Dalle berg. della Balma seguire il sentiero che porta al Colle delle Balma. Si parte dietro le case, si attraversa un primo rio, puntando a nord in mezzo a degli ontani, si attraversa quindi un secondo rio e si sale al colle con una ventina di tornanti. Dal colle prendere a sinistra (sud-ovest) la traccia che, con un lungo traverso sotto il M. Pignerol, porta al Passo della Valletta. Da qui si segue la detritica cresta nord fino al segnale di vetta del M. Longin.
Proseguire verso sud, raggiungere l’anticima, quindi iniziare la discesa verso il Col Longin. Il primo tratto è facile poi il terreno diventa ripido, con teppe erbose sulla sinistra (est) e lastronate rocciose sulla destra (ovest). Si giunge sopra un salto proprio a picco sul passo, che si supera con una calata di 20/25m su 2 golfari sulla destra (piccolo ometto, ignorare uno spezzone di corda fissa che pende sulla sinistra e che non arriva fino all’intaglio). Risalire brevemente la placca di fronte all’intaglio (golfaro, II) e quindi percorrere con attenzione prima le placche inclinate e quindi l’esposto ed affilato filo di cresta (II-III, 3 fix, 50m). Si raggiunge così un terrazzino alla base dell’evidente spigolo strapiombante che interrompe le placche (1 golfaro lato Rodoretto). Si piega a sinistra dello spigolo (lato Rodoretto) e si risale un poco marcato caminetto verticale di roccia giallo-rossastra (IV, 2 fix) fino a un ballatoio, quindi si affronta una liscia placca e il successivo tetto con uscita strapiombante (IV, 1 fix) che consente di tornare sul filo di cresta (20m, sosta a fix e cordone su masso incastrato). Segue un breve tratto affilato ma facile (evitabile passando poco sotto il filo lato Rodoretto per cenge erbose). Quando la cresta nord del M. Barifreddo si impenna finalmente e più decisamente non si incontrano più ostacoli particolari, nemmeno nei tratti più ripidi (difficoltà massime II/II+), ma bisogna comunque porre attenzione alla qualità della roccia, piuttosto scadente, soprattutto nel tratto sotto la vetta.
Discesa: dalla normale dalla val Germanasca per la cresta SE e il versante NE.
Variante: per evitare la salita dello spigolo di IV, al termine delle placche inclinate è possibile scendere per 5-6 metri lato Rodoretto su lastroni appoggiati ma lisci ed esposti (III, golfaro per assicurare o effettuare una brevissima doppia) e quindi traversare sotto il filo di cresta lungo una ben evidente traccia di stambecchi. Risalendo verso destra su teppe ripidissime (esposto) si ritorna in cresta.
Altra variante: dopo la calata di 25m, per evitare tutte le difficoltà, è possibile scendere un canale di sfasciumi lato val Troncea, traversare alla base per placche e quindi risalire un altro canale di sfasciumi e roccette rotte fino a tornare sul filo di cresta a monte del tratto chiave.
E’ anche possibile percorrere l’itinerario in senso inverso. In tal caso porre attenzione nella discesa del primo tratto sotto la cima del Barifreddo (rocce marce improteggibili). La cengia “degli stambecchi” non è evidente e conviene raggiungere la sosta sul colmo del salto e calarsi con una breve doppia lato Rodoretto fino all’inizio dello spigolo. La risalita del salto verso il Longin non è particolarmente impegnativa (II+) se affrontata sullo spigolo di sx (Val Troncea).
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.5 Val Germanasca, Val Chisone
- Bibliografia:
-
Ferreri - Alpi Cozie centrali
Corno, Giovo - Alpinismo nelle Valli Pinerolesi