Dal rifugio si stacca un altro sentiero sdrucciolevole in direzione sud che, dapprima in discesa e poi in falsopiano, aggira sulla destra una modesta elevazione per tornare dopo 10’ minuti sul pianeggiante sentiero 658 in direzione Vetta delle Buse. Seguirlo per un breve tratto fino a quando non si vede sulla destra un canalino franoso (evidente targa di indicazione della ferrata su uno spuntone roccioso sulla destra, visibile voltandosi indietro rispetto al senso di marcia).
Inizia qui la parte più difficile dell’itinerario, cioè l’individuazione del punto di attacco della ferrata. Scendere lungo il canalino franoso per poi obliquare verso sinistra su pietraie instabili e fare un percorso a semicerchio in senso orario che costeggi i versanti delle elevazioni sulla sinistra; giunti dall’altra parte del vallone scendere più decisamente la pietraia fino alla base della costola che preclude la vista verso ovest. Solo a questo punto si scorge sulla sinistra un segnavia bianco-rosso in corrispondenza di una cengia inclinata che in brevissimo, in discesa, porta all’attacco della ferrata segnalato da altra ampia targa. Nel complesso bisogna scendere di 100-150 metri; tratto privo di segnavia, per buona parte di esso si possono intuire tracce di passaggi precedenti (10-20 minuti).
Il percorso della ferrata può essere suddiviso in tre sezioni. All’inizio si trova un camino quasi verticale che dà subito l’idea delle difficoltà che si incontreranno nel resto della via. Segue poi, dopo un tratto di raccordo, una lunga placca ripidissima solcata da una fessura per tutta la sua altezza. Dopo un altro tratto di raccordo si giunge ad un ultimo lungo camino molto ripido (nella parte alta presenti alcune staffe anche sul lato sinistro, non sempre immediatamente visibili).
Alla fine della ferrata, inizialmente per sentiero in parte attrezzato e poi per prati si arriva velocemente in cima alla Vetta delle Buse dalla quale si raggiunge immediatamente il sentiero 658 che riporta al rifugio Telegrafo.