I passaggi alpinistici sul versante NE di salita sono ora attrezzati con corda (primo tratto con passaggi di I), canapone ancorato con catena (placca con passaggi di II grado) e due tratti con cavi d'acciaio su un paio di cenge esposte, abbattendo di fatto la difficoltà tecniche.
In primavera, con neve, le difficoltà sono superiori.
Dall’abitato di Veulla si segue l’itinerario che sale nel fondo valle, dopo una decina di minuti, si prende sulla dx un bel sentiero segnato con n.7 per il colle Varotta, si passa per l’alpeggio di Pra Oursie e si superano i ruderi delle baite di Fie fino ad una quota di circa 2430 mt.
Lasciare il sentiero per il colle Varotta, già bello evidente e proseguire fino ad imboccare un evidente ripido canale roccioso posto immediatamente alla base della parete est dell’Avic, procedendo fra grossi massi e tracce di sentiero si giunge sulla cresta di confine del parco.
In alternativa (variante più diretta e meno pietrosa) è possibile lasciare il sentiero per il colle Varotta a q. 2080-2100 circa seguendo una variante indicata anche sulla “Guida ai Monti d’Italia” – Emilius Rosa dei Banchi Parco del Mont Avic” pag. 255 variante 168aa).
Più precisamente: superare i ruderi degli alpeggi a q. 2070, esattamente 80 m dislivello al di sopra, in un ampio prato, due grossi ometti e scritta gialla “Monte Avic” indicano l’inizio della traccia ascendente verso sin.: la traccia è spesso presente, gli ometti sono abbondanti, i bolli gialli rarissimi ma posizionati nei punti strategici. Si giunge ad un pianoro erboso con al fondo un ruscello
Continuare a dx del ruscello (sx idrog.) rimontando un dosso fino a raggiungere un paio di laghetti a q. 2450. Risalire l’evidente crinale di erba e pietre sulla dx puntando al suo culmine nei pressi di un colletto e seguirlo, sul filo, fino alla base delle rocce del M. Avic.
Scendere brevemente verso dx e traversare alla base della parete rocciosa (traccia su sfasciumi) fino a ricongiungersi all’itinerario descritto sopra a q. 2580 circa.
Proseguire verso sx sempre per sfasciumi fino a raggiungere il ripido tratto finale sottostante la punta dove con un paio di passaggi un pò più delicati facilitati da una corda fissa e un cavo d’acciaio si giunge in cima.
Per la discesa si segue l‘itinerario Normale della Cresta Ovest seguire la cresta in direzione ovest e scendere seguendo vari ometti e tracce di sentiero con qualche passaggio divertente (non banale) fino a raggiungere la base della parete sud, risalire dolci pendii fino ad arrivare al lac Gelé già ben visibile dall’alto. Volendo evitare il lungo giro fino al lac Gelé si può prendere la scorciatoia bassa: giunti alla base della parete sud, non deviare a destra, ma scendere direttamente. Due grossi ometti su un dosso alla sinistra dell’ imbocco del canalone, indicano l’inizio della traccia che permette di evitare i salti. Numerosi ometti mandano prima a sinistra e poi decisamente a destra, evitando tutti i salti rocciosi e le difficoltà.
Da qui per un comodo sentiero con segnavia n6 ridiscendere il lungo vallone in direzione di Veulla.
- Cartografia:
- Carta dei Sentieri n. 13 Valle Centrale 1:25.000 L'Escursionista editore