Da Viviere (o dal tornante punto ideale di partenza) si prosegue sulla strada in direzione di Prato Ciorliero per poche decine di metri finchè si incontrano le paline indicatrici a destra con varie mete, tra cui Auto Vallonasso. Si sale nel lariceto per una manciata di minuti, per poi accedere ad una conca pascoliva con un alpeggio. Ci si mantiene sulla destra della conca con un semicerchio, per poi imboccare il vallone che porta al Colle d’Enchiausa. Terminati gli ultimi alberi in una zona con enormi massi, si lascia a destra il bivio per il Colletto, continuando nel vallone principale che presenta ora una salita più ripida ma sempre su comodo sentiero, fino a che si raggiunge un poggio erboso . Si continua sulla destra, con un paio di tornantini, per poi raggiungere un nuovo bivio, dove occorre tenere la destra (altrimenti si andrebbe al Bivacco Valmaggia, ben visibile al centro del vallone.
Si guadagna quota salendo sul sentiero per il Passo d’Enchiausa, finchè sotto un pendio erboso si incontra un cartello indicante Auto Vallonasso. Si abbandona quindi la marcata traccia per il Passo d’Enchiausa, a favore di una vaga traccia con qualche ometto, che inizia una salita ripida per il costone erboso prima, detritico poi. Ci si infila in una specie di canalone di detriti sulla sinistra rispetto a un pinnacolo roccioso che forma una specie di grotta. Terminato questo pendio si accede ad un piccolo ripiano, alla base del pendio conclusivo per l’anticima sud dell’Auto Vallonasso.
Non ci sono sentieri ma solo vaghe tracce, è comunque consigliabile mantenersi sulla destra dove il terreno erboso risulta più comodo rispetto alla fascia di pietrame sotto la verticale della croce dell’anticima.
La si raggiunge senza problemi a 2885 m, stessa quota della cima principale, che da qui appare in tutta la sua particolarità: una lunga cresta che termina con una “palla” sospesa a picco su due lati.
Un cartello indica 30′ per la cima, in realtà se in condizioni ottimali ci va metà del tempo.
Si prosegue in lieve discesa verso ovest, seguendo il costone detritico che poi via via diventa più roccioso. Una traccia ben marcata a mezza costa, sul versante sud (sinistra) permette di aggirare tutta la cresta che diventa più frastagliata, portandosi sotto ad una serie di torrioncini: qui con buon occhio si seguono i pochi ometti che permettono di percorrere il tragitto migliore per evitare le asperità. L’unico ostacolo degno di nota è una breve cengetta con terreno un po’ friabile (ma buoni appigli per le mani) leggermente esposta. Sono anche presenti due spit per una eventuale corda fissa, ma con terreno asciutto non ci sono problemi.
Superato il passaggio, il terreno sempre detritico con qualche facile roccetta diviene più semplice, fino a raggiungere la base del breve tratto conclusivo, che si sale senza alcun problema fino alla nuova croce di vetta posta nel 2021 (a destra è presente anche quella vecchia, ormai in degrado).
Nel tratto tra anticima e cima, mantenendosi invece sul percorso più in cresta (si notano ometti) le difficoltà diventano alpinistiche con alcuni passaggi di II (F).
E’ infine ulteriormente possibile aggirare anche la cengia leggermente esposta scendendo di 30 m nel pendio detritico sottostante, per poi risalire in seguito tornando in cresta.
La discesa avviene per il percorso di salita, eventualmente con la divagazione (consigliabile) per il Bivacco Valmaggia, che non comporta un significativo allungo del percorso nè delle tempistiche.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.11 Alta Valle Varaita, Alta Valle Maira