Dal ponte della Vagliotta si segue il sentiero sino al Gias Vagliotta inf. 1595m. Da qui si stacca una diramazione per il bivacco Barbero 1670m (bivacco/rifugio non gestito molto accogliente provvisto di stufa e gas le cui chiavi si ritirano al CAI di Cuneo). Dal Gias Vagliotta inf. si prosegue nella conca per elevarsi con ampi tornanti sul versante destro orografico del vallone fino a superare una balza rocciosa. Giunti ad un bivio a 1800m di quota si abbandona il sentiero principale per la Cima del Lausetto e si segue sulla destra il sentierino che, superato il Gias del Merzo, porta al fondo della conca a quota 1700m.
Dopo il tratto in discesa prestare molta attenzione perchè il sentiero porta ad andare diritti, invece si deve svoltare decisamente a destra (c’ è una feccia su una roccia ma non è facilmente visibile) e, passando alla base dello sperone della Miniera, ci si inoltra nel vallone omonimo. Si segue ora la traccia/sentiero che si inerpica sulla pietraia fino a raggiungere il bivacco Costi-Falchero (bivacco sempre aperto fornito di una stufetta).
Si rimonta il circo terminale guarnito dalla slanciata Torre Sud dell’Asta che appare alla nostra destra, tenendosi vicini alla parete di quest’ ultima, cosi facendo il canale risulta facile da trovare (se ci si tiene troppo al centro della pietraia si rischia di salire troppo alti). Si attacca il terzo canale (rocce bianche alla base e freccia rossa con scritto “asta”) a sinistra della Torre, quello che scende dalla Forcella dell’Asta, ubicata tra l’Asta Soprana e Sottana. Vistose tacche rosse indicano la direttiva della salita che grosso modo percorre il canale ed in alcuni tratti per facile arrampicata sulla destra di esso. Quasi giunti alla Forcella si imbocca a destra un ripido canalone in direzione della bifida vetta.
Se si va a destra si raggiunge facilmente la cima est. Per raggiungere la cima ovest leggermente più alta , invece occorre tornare al intaglio e scendere ancora una ventina di metri da dove siamo saliti.
A questo punto si taglia in piano per mezzo di una piccola cengia la parete sud est per una decina di metri, poi per mezzo di una serie di corti diedri si sale al centro la parete.
Dopo un passaggio leggermente più duro si sale su un terrazzino con pietre mobili. Da qui con facili passaggi si raggiunge la cresta. Perdendo leggermente quota a sinistra e risalendo successivamente si guadagna la cima (III).
Discesa
Si torna al punto dove si è usciti in cresta e si disarrampica per una decina di metri sino alla sinistra di alcune lame affilate. Qui alla base c’è un cordone che permette con una calata di trenta metri di tornare alla cengia da dove siamo arrivati.
Recentemente è stato posizionato uno spit per facilitare la discesa degli ultimi metri del canale prima della pietraia .
- Cartografia:
- IGC 1:25000 - Parco Nat. Alpi Marittime
- Bibliografia:
- “In Cima” nelle Alpi Marittime di Michelangelo Bruno - Edizioni BLU