
Note
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300m
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3.9Km
4.3Km
4.3Km
4.3Km
5.5Km
5.6Km
6.2Km
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150m
200m
300m
450m
700m
3.3Km
4.3Km
4.8Km
Prima salita: M.CAmpia, N.Gandolfo, L.Giuliano, R.Nervo, 13 luglio 1952. Evidente cresta che separa il vallone della vagliotta dal vallone del Dragonet.Sviluppo arrampicata 550 m.
Avvicinamento
.
Descrizione
Dal ponte della Vagliotta raggiungere il bivacco Barbero a 1670m, dal quale m si sale il costone erboso sovrastante seguendo alcuni ometti fino a quota 2200 m dove la presenza di una fitta vegetazione impedisce di proseguire a piedi.
Si attacca una placca abbattuta (IV) con a destra un caratteristico diedro ricoperto da licheni gialli (1 chiodo).
Si prosegue per facili rocce e percorso non obbligato. Si risale su roccia ed erba fino a portarsi sul filo dello spigolo dove, a quota 2270 m, in prossimità di un larice secco, vi è un chiodo.
Segue un tratto di roccia mista a erba dove si obliqua verso destra fino a raggiungere una cengia. Da qui si può proseguire andando a destra (VI) (2 chiodi e 1 nut incastrato) oppure a sinistra su percorso più semplice e facilmente proteggibile (IV).
Si arriva a un colletto, si scende leggermente e si punta a un evidente forcellino dal quale ci si cala con una corda (15 m circa) oppure disarrampicando (II).
Si arriva quindi al colletto (quota 2400m): la relazione presente sulla guida Monti di Italia parte da questo punto. Dal colletto si attacca per il filo (III, III+) portandosi alla base di una placca fessurata (IV+) che si risale direttamente uscendo su un terrazzino.
Si prosegue mantenendosi sul filo di cresta dove sono presenti 1 friend e 1 nut incastrati e alcuni chiodi fino alla fine del 1° torrione (V). Sul secondo torrione il percorso non è obbligato e si risale facilmente per rocce e detriti. Si arriva così al terzo torrione che si risale leggermente a sinistra, mantenendosi sul filo di cresta (passi di IV, presenti alcuni chiodi). Vi è la possibilità di aggirare le difficoltà mantenendosi sulla destra.
Si supera un tratto di cresta orizzontale e si prosegue con facile arrampicata e qualche saliscendi fino ad arrivare all’evidente attacco dell’ultimo torrione.
Si punta ad un evidente canalino erboso e si arrampica mantenendosi sulla parete alla sua destra sotto il filo di cresta fino a raggiungere una sosta (uno dei 2 chiodi è rotto).
Si prosegue in traverso a sinistra (chiodo arancione) e poi si risale nel canale roccioso fino a raggiungere la vetta ben visibile a sinistra.
- Cartografia:
- Igc Alpi Marittime
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia Alpi Marittime vol. II
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