Giorno 1): da Pralognan (1450 m) seguire la pista da fondo del Vallon de Chavière fino a Prioux, quindi il Ponte de la Peche ed infine il ponte Ritort. Tutto questo tratto è decisamente lungo (circa 2,30 ore – 8 km per 500 m di dislivello) e noioso, tuttavia in stagione avanzata man mano che la neve scompare è possibili continuare in auto abbreviandone il percorso.
Da Ritort si lascia la valle principale salendo con direzione sud est una ripidissima rampa a tratti occupata da bassa vegetazione lasciando alla propria destra una profonda forra scavata dal torrente (combe de Rosoire). Superata la prima impennata il vallone si addolcisce decisamente, intorno a quota 2400 si deve piegare decisamente a destra (direzione sud ovest) e per pendii moderatamente ripidi raggiungere il col d’Aussois (2914 m). A questo punto è consigliabile raggiungere a dx del colle la minuta Pointe de l’Observatoire (3016 m) vero punto panoramico sull’intera zona. Dalla cima cominciare a scendere sul versante opposto (expo sud) descrivendo un breve semicerchio verso dx per evitare alcuni salti rocciosi che si troverebbero a seguire la linea più diretta. La discesa termina in corrispondenza di un bel pianoro nei pressi del Refuge du Fond de l’Aussois. Da qui occorre rimettere le pelli per risalire in circa 200 m di dislivello al Refuge de la Dent Parrachée (2516 m). D+ 1770 m
Giorno 2) dal rifugio alzarsi sui pendii retrostanti in direzione nord prima ed est poi fino a raggiungere il col de Labby (3324 m) entrando così nel vasto circo glaciale dei Domes. A questo punto si presentano due possibilità, la seconda da percorrere solo con buona visibilità: a)scendere lungo il ghiacciaio de la Mahure fino a quota 3200 m e poi piegare a destra per raggiungere il ramo più orientale sotto la parete nord della Dent Parrachée. Verso quota 2600 m occorre rimettere le pelli per effettuare una corta risalita in direzione est doppiando un costolone e raggiungendo così il lago de l’Arpont. Da qui sempre verso est raggiungere il sottostante refuge de l’Arpont (2310 m); b)dal col de Labby iniziare un lunghissimo traverso in quota (in buone condizioni non particolarmente impegnativo) passando prima sotto la pointe du Genepy e quindi sotto i Domes du Genepy. Un ultimo tratto in salita porta all’ampio col de l’Arpont (3492 m). Da qui si possono raggiungere facilmente sia il Dome de l’Arpont (3600 m) verso sx (ultimo tratto poggiando sul lato ovest) sia l’ampissimo Dome des Nants (3553 m) sia verso dx il poco più lontano Dome de Chasseforet (3586 m). Per la discesa si segue il Glacier de l’Arpont aggirando un paio di seraccate fino a toccare il lago omonimo e quindi il rifugio.
Giorno 3) dal rifugio subito due possibilità: a)ripercorrere la discesa del giorno precedente seguendo il ghiacciaio de l’Arpont fino al col de Chasseforet (3497 m), indi scendere lungo l’ampissimo glacier des Sonnailles raggiungendo il col du Pelve; b)salire il ripido pendio in direzione sud raggiungendo la spalla orientale che scende dal Dome de Chasseforet, quindi perdendo leggermente quota attraversare lungamente la piana che ospita il Lac de Chasseforet. Per pendii più ripidi risalire il ghiacciaio du Pelve toccando l’omonimo colle e congiungendosi all’ipotesi a). Dal col du Pelve rimettere le pelli e,contornando la Pointe Ouest du Mont Pelve, raggiungere il col du Dard. Da qui è possibile raggiungere con poco dislivello la vicina Pointe du Dard (3204 m). Scendere quindi lungo il glacier de la roche Ferran tenendo costantemente verso dx. Un ultimo tratto più ripido a destra delle Rochers du Genepy porta nei pressi del Refuge du Col de la Vanoise (2500 m). A questo punto si può chiudere il giro contornando l’Aiguille de la Vanoise, scendendo verso il lac des Vaches e per le piste di Pralognan tornare al punto di partenza. In alternativa si può anche decidere di pernottare al rifugio un’altra notte per aggiungere il giorno successivo una cima prestigiosa come per esempio la Grande Casse.
- Cartografia:
- IGN 3534 ot - 3633 et
- Bibliografia:
- Toponeige Vanoise