Arrivati in vetta, attenzione all’esposizione, perché se un versante della Tete d’Arp è erboso, l’altro strapiomba sul sottostante comprensorio del Checrouit.
Si parte da Dolonne, dove termina la Rue Vittoria. Si attraversa il torrente sul ponte di tavole e subito a sinistra si trova la palina, segnavia 1A. Il sentiero entra nel fitto bosco, dopo un breve tratto incrocia una pista che però abbandona subito al primo tornante, e poi sale, sempre evidente.
Si attraversa un tratto erboso, si sfiorano un paio di alpeggi abbandonati e si arriva poi a due baite ristrutturate ad Arpetta. Si sale ancora nella fitta pineta per un breve, ripido tratto per poi sbucare sulla strada sterrata.
Risalire lungo la strada, praticamente senza possibilità di tagliare i tornanti, fino ad arrivare all’imbocco della parte alta del vallone; dalla strada si stacca poi il sentiero (bolli gialli su masso) che taglia ancora una volta la sterrata che porta all’Arp de Sorè, e poi prosegue fino al colle, mantenendosi sempre sulla destra (salendo) del vallone.
Come alternativa è possibile, una volta imboccato il vallone, salire alla grande croce visibile dalla sterrata, da questa andare all’alpeggio adagiato sull’area verde proprio a ridosso della parete (con l’erba alta però la traccia scompare) e da questo riprendere (segni gialli) il sentiero per il colle.
Arrivati al Colle d’Arp si può salire alla Tete d’Arp:
1. seguendo per un tratto il sentiero verso il Colle di Youla per poi puntare alla stazione della funivia, da dove si risale per la cresta; esiste solo un tratto un po’ difficile, attrezzato con una corda;
2. risalire direttamente dal colle, senza percorso definito, la spalla erbosa della Tete, con l’accortezza di aggirare le zone con le placchette rocciose.
Per il ritorno è invece possibile:
a) ritornare lungo lo stesso percorso di salita;
b) scendere verso La Balme per il vallone di Youla
c) dirigersi al Colle di Youla, scendere sul sentiero del TMB e rientrare a Dolonne dal Col Checruit.
Come detto, gita facile (difficoltà E) fino al colle; attenzione poi dal colle alla Testa sia per il percorso (come detto un tratto attrezzato dalla stazione della funivia) che per l’esposizione della cresta.
- Cartografia:
- Carta L’Escursionista, Fg. 1 (Monte Bianco), Scala 1:25000
- Bibliografia:
- A. Giorgetta, Valdigne-gli itinerari escursionistici, Ed. Zanichelli