
Il percorso presenta uno sviluppo molto logico ed armonico con poche perdite di quota e si snoda tra le valli Pellice, Po e del Guil nel Queyras in Francia con panorami mozzafiato sul versante occidentale del Monviso e sulle punte che gli fanno da corona (Gastaldi, Roma, Udine, Venezia, Traversette, Granero e Meidassa).Lungo il percorso si incontrano, inoltre, 4 deliziosi laghetti alpini il maggiore dei quali è il Lago Lungo dietro il quale è collocato il Rifugio Granero.
Il sentiero è ottimamente tracciato e segnato e presenta due soli punti esposti in cui sono collocate catene per agevolare il transito. Il primo è lungo il sentiero che dal col dar Mòine porta al pianoro detto Mait di Viso. Il secondo lo si incontra in discesa dal col Manzol.
Il dislivello tutto sommato contenuto (considerando che permette di attraversare 4 colli) permette di effettuare abbastanza agevolmente la gita in giornata (richiede comunque un discreto allenamento). La presenza di ben due punti di appoggio (rifugi Granero e Barbara Lowrie) permette un ottimale ristoro durante e al termine della gita e il pernottamento nel caso si desideri effettuare la gita in due giorni (Rifugio Granero) oppure si decida di partire presto al mattino (Rifugio Barbara Lowrie).
L’itinerario, per la bellezza e la varietà dei luoghi attraversati, merita di diventare una grande classica non solo delle Api Cozie Centrali ma di tutte le Alpi Occidentali.
Si parte poco prima del Rifugio Barbara Lowrie sulla destra (salendo) prima del torrente per imboccare il sentiero che lascia sulla destra le grange del Pis della Rossa e attraversa prati con frequenti segnavia bianchi e rossi (112) e indicazioni gialle tracciate per la corsa Tre Rifugi. Il tracciato prende a salire in direzione Ovest con ripide svolte sul versante Est superando le bastionate rocciose presenti attorno alla Comba dei Carbonieri (dove sorge il rifugio). Al termine di questa salita ripida si giunge ad una sella e il sentiero svolta a sinistra e si addentra nel vallone a mezza costa in direzione Sud-Ovest con minore pendenza attraversando diversi torrenti il primo dei quali si presenta piuttosto ripido e malagevole.
Il sentiero prosegue in direzione della Meidassa sempre sul versante sinistro (idr.) mentre sul versante opposto si notano balze rocciose montonate che si susseguono per gran parte del vallone. Dopo una breve discesa si perviene, quindi, al bivio per il colle Manzol (2.400 mt. palina segnaletica). Si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per il col d’Armoine (o dar Moine su alcune mappe). Il sentiero (114) raggiunge in breve il piccolo ma suggestivo Lago d’Arbancie (2.451 mt.), il primo specchio d’acqua che si incontra lungo l’itinerario, e successivamente il Piana Sia, secondo laghetto della gita (2.566 mt.) con una piccola spiaggetta sabbiosa.
Il sentiero volge ora verso Sud e in breve raggiunge il col d’Armoine (2.692 mt.) aperto sulla Val Po e su Pian del Re. Dal colle si gode una spettacolare vista sulla parete nord del Monviso e sulle punte del suo contrafforte Nord Ovest (punte Gastaldi, Roma, Udine e Venezia).
Sul versante opposto, subito al di sotto del colle, parte verso destra (scendendo) un percorso abbastanza recente (ben tracciato con segnavia bianchi e rossi) che, lasciando sulla sinistra il sentiero per Pian del Re, sale costeggiando il versante Sud della Meidassa. Il sentiero affronta alcuni saliscendi mantenendosi comunque in quota ed evitando la perdita di dislivello che si aveva utilizzando il suddetto sentiero che scende a Pian del Re fino al bivio per il colle delle Traversette.
Si perviene quindi ad una sella un po’ esposta il cui accesso é agevolato da catene dalla quale si scende al pianoro detto Mait di Viso (“Mait” in dialetto significa “pianoro”) posto a 2.711 mt. e dal quale si inerpica il sentiero che conduce al Colle delle Traversette. Lungo il percorso si incontrano i ruderi della casermetta edificata a difesa del colle. Dalla casermetta si svolta a sinistra lasciando sulla destra il sentiero per il Passo del Luisas. Il tracciato si mantiene piuttosto ripido su sfasciumi e dopo alcuni tornanti si raggiunge il bivio per il Buco di Viso (2.882 mt.). La galleria, lunga 75 mt., è in leggera salita e non è illuminata. È consigliabile, quindi, munirsi di una torcia elettrica (è anche sufficiente la funzione “torcia” presente nella maggioranza degli smartphone). La “canna” è piuttosto ampia in quanto doveva consentiva il passaggio di un uomo a cavallo di un mulo; tuttavia la volta è piuttosto irregolare e l’uso di una fonte luminosa permette di evitare fastidiose (e dolorose…) zuccate (a tale riguardo può anche essere utile munirsi di un casco). Il traforo è stato recentemente restaurato in particolare dal lato francese il cui accesso era spesso malagevole a causa di accumuli nevosi. Sbucando sul lato francese si svolta a sinistra e con breve e ripida salita si raggiunge il Colle delle Traversette (2.950 mt.), secondo colle dell’itinerario.
Dal colle si ridiscende sul versante francese oltrepassando il Buco di Viso. Poco dopo sulla destra si dirama il sentiero per il Passo del Seillerino (palina con indicazioni). Il sentiero rimonta una ripida colata di detriti azzurro-grigiastri; si presenta ottimamente segnato dai gestori del Rifugio Granero con tacche bianche e rosse. In breve si raggiunge il colle (2.800 mt.) posto sulla cresta di confine tra le valli Guil e Pellice. Dal valico si scende in Val Pellice su un percorso piuttosto ripido per detriti e nevai sempre ottimamente segnato. Scendendo, sul pianoro sassoso, si incrocia la diramazione che verso destra indica il percorso per la via normale al Monte Granero (indicazione su un masso); chi avesse ancora “birra da vendere” si può cimentare nella salita alla montagna più alta della Val Pellice (3.171 mt.).
La discesa prosegue su rocce montonate con segnavia meno evidenti e ometti, fino a quando si apre alla vista il Lago Lungo e il Rifugio Granero. Una ripida discesa porta fin quasi sulla sponda sinistra idr. del magnifico lago (il terzo dell’itinerario) che si segue per tutta la sua lunghezza fino ad attraversare l’emissario e ha risalire il versante opposto fino a pervenire al Rifugio Granero (2.377 mt.) posto a pochi minuti dal lago. Dal rifugio inizia la salita al Col Manzol, ultimo colle dell’itinerario. Si percorre il ciglio della sponda destra idr. del lago e successivamente si guadagna quota su pascoli sassosi e rocce montonate verso Est. Durante il percorso il sentiero passa a poca distanza dal piccolo Lago Nero (2.567), quarto e ultimo lago della gita. Dal lago il sentiero diventa più ripido e sale verso Nord Est fino a raggiungere il Col Manzol in un punto posto un po’ a monte della massima depressione (2.701 mt.). È questo il quarto e ultimo colle dell’itinerario. Da qui inizia la discesa verso la Comba dei Carbonieri e il Rifugio Barbara Lowre che chiude ad anello l’itinerario. Prestare attenzione al primo tratto in discesa dal colle che si presenta ripido ed esposto. La discesa è facilitata dalla presenza di catene, particolarmente utili in caso di terreno scivoloso. La discesa prosegue nel ripido canale fino al bivio per il Col d’Armoine già incontrato all’inizio della gita. La parte successiva segue lo stesso percorso a ritroso già descritto all’inizio per la salita al Col d’Armoine.
Variante. Dal Rifugio Granero è possibile proseguire la discesa fino a raggiungere il pianoro del Pra (1.732 mt.), considerata una delle più belle conche ad alta quota delle Alpi. Qui sono presenti diverse strutture recettive tra cui il Riugio Willy Jervis. Il ritorno alla Comba dei Carbonieri avviene attraverso la salita al Col Barant (2.373 mt.) dal quale una carozzabile sterrata (ma chiusa al traffico) riporta al Rifugio Barbara Lowre, punto di partenza della gita. Questa variante risulta più lunga dell’itinerario originale ma permette di attraversare la bellissima Conca del Pra. Inoltre il ritorno al Rifugio Barbara Lowre avviene con un percorso totalmente nuovo che non prevede tratti già percorsi.
Per chi decidesse di optare per questa variante può essere consigliabile spezzare la gita in due giorni con un pernottamento al Rifugio Willy Jerwis.
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia - Alpi Cozie Centrali - Eugenio Ferreri
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