Dall’area pic-nic Zaunere oltrepassare il ponte in cemento sull’Orco e dirigersi verso la borgata Davioni. Appena entrati nella borgata prendere subito la scalinata che sale a sx tra alcune case e dopo aver lasciato a dx una fontana, si tramuta in un sentiero che si inerpica ripido nel bosco fino ad attraversare il rio Veriss ad una quota di 900 m ca. Oltrepassato il rio il sentiero ( sempre abbastanza evidente) continua a salire prima verso destra e poi più direttamente fino a raggiungere q. 1050 ca. Trascurata la traccia che a dx va verso le case di Meson, continuare a seguire il sentiero che, dopo aver rimontato una piccola balza rocciosa, continua a salire ripido nella faggeta; intorno a quota 1300 m ca appoggia decisamente verso sx ( seguire gli abbondanti segnali rossi nel bosco), attraversa nuovamente il rio Veriss e ricomincia a salire ripido, prima nella faggeta e poi nel bosco più rado di betulle fino a raggiungere l’alpeggio q. 1467. Appena a monte del suddetto alpeggio la traccia, ora più incerta, si riporta sull’altra sponda del rio Veriss e risale ripida fin nei pressi dell’Alpe Cresta 1584 m ( che come ci suggerisce il toponimo, è posta proprio sulla cresta del valloncello del Veriss, posizione che tornerà molto utile per orientarsi in caso di problemi in discesa). Senza raggiungere i ruderi della Cresta, la traccia poggia decisamente a sx e quindi risale con ripide svolte tra cenge e paretine rocciose fino a raggiungere l’Alpe Truna 1722 m. Ignorate la traccia che sale a dx dei casolari ( e di conseguenza quella fuorviante segnata sulla cartina Igc 110, piena di errori pqr questa zona), dirigendovi invece a monte degli stessi dove si rinviene nuovamente la traccia per il colle di Nora che va seguita fino al rudere di quota 1780 m, poco oltre il quale occorre abbandonarla e muoversi in leggera salita verso dx per tracce di animali, cercando di tenersi il più possibile nel “pulito”, cioè laddove l’invasione di rododendri, mirtilli e quant’altro è meno marcata, raggiungendo in breve i ruderi dell’Alpe Argensana 1969 m. Dirigersi a dx dei ruderi, oltrepassando l’impluvio e quindi cominciando a salire, per pietraie ed arbusi, lungo l’angusto vallone, scegliendo di volta in volta il percorso migliore. Zigzagando tra piccole pareti rocciose che da lontano sembrano ingannevolmente chiudere la strada, mentre il percorso diventa via via meno sporco grazie alla maggiore quota, si giunge ad una bellissima zona nivale a q. 2400 m ca; portarsi sopra la parete che la sovrasta e, giunti ad una quota di 2450 m ca continuare a salire, a piacere, verso la cresta spartiacque, ora in ambiente bellissimo e con facile progressione.
- Cartografia:
- carta I.G.C. 1:25000 n° 110,carta 1:25000 n° 14 l'Escursionista e Monti editore