E’ una montagna di facile accesso, e in condizioni di innevamento sicure non presenta particolari difficoltà e/o problemi oggettivi. La salita si svolge dapprima lungo un sentiero che attraversa un bel bosco di larici, e su facili pendii (dove spesso si trova una traccia) con qualche tratto ripido nella parte alta. Questa piacevole escursione è esposta a sud-ovest, per cui la neve si trasforma rapidamente e spesso si trovano buone condizioni per effettuare la salita. In mancanza di tracce il cammino da fare nel bosco non è sempre evidente e/o facile da individuare, ma i segnavia sugli alberi e i vari cartelli indicatori presenti lungo il percorso aiutano nella scelta dell’itinerario migliore. Mentre i pendii della parte alta, in condizioni di buona visibilità, non creano problemi di orientamento. Nel tratto terminale potrebbero essere utili piccozza e ramponi in caso di neve dura e/o ghiacciata. Il periodo migliore per compiere la salita va da dicembre a marzo.
La cima di questa montagna è un notevole punto panoramico, con lo sguardo che va dal Gruppo del Gran Paradiso, ai più vicini Rutor, Monte Bianco, Monte Rosa e Cervino
Dalla piazzetta del parcheggio, seguendo le indicazione delle paline segnaletiche (segnavia 19 per il Lago di Joux), si segue il sentiero che attraversa il paesino, poi si piega a destra, oltrepassando un paio di muretti in uscita dall’abitato fino ad intercettare poco oltre un bivio, qui si volge a sinistra. Salendo per i comodi pendii, si incrocia nella parte alta una stradina, e tramite questa si raggiunge la bella conca dove si trova il bacino del Lago di Joux 1905 m. Oltrepassato il Lago, ci si tiene sulla destra verso il limite del bosco, dove si trova una palina segnaletica (segnavia 29 e indicazione per la Punta Oilletta). Si risale il bosco seguendo il sentiero (o le tracce presenti) con pendii di moderata inclinazione con percorso diretto, e poi volgendo a sinistra si raggiunge una sorta di pianoro a quota 2000 m. volgendo a destra, con diverse serpentine si risale un altro pendio abbastanza ripido, passando ancora in una fascia boscosa, arrivando in spazi più aperti, dove la vegetazione si dirada e si raggiunge un ampio pianoro. Si trova un’altra palina segnaletica con l’indicazione per la cima, proseguendo ancora verso destra si arriva in una ulteriore piccola conca, poi volgendo gradualmente a sinistra, in direzione di una elevazione rocciosa che segna l’inizio della dorsale Sud-Ovest (utile come riferimento in caso di totale assenza di tracce) per raggiungere la base dello spuntone roccioso. Con un traverso diagonale a sinistra, si aggira il risalto e si traversano alcuni pendii verso destra (tratto che richiede neve in buone condizioni di tenuta ed assestamento) fino a raggiungere una conca dove ha inizio la dorsale vera e propria. Qui la dorsale si sdoppia, normalmente si sale quella di sinistra che è più agevole. Girando a sinistra, si supera un breve pendio che conduce ad una specie di colletto, da qui si segue sul filo tutta la dorsale con percorso evidente, superando qualche tratto abbastanza ripido si arriva all’anticima, contrassegnata da un piccolo ripetitore metallico (è una stazione di rilevamento dati meteorologici), dalla quale volgendo a destra, un ultimo pendio porta al ben visibile grane ometto di pietre con teca di vetro che protegge una madonnina nera (ore 2.30 / 3.00 a seconda delle condizioni, indicative). In discesa si percorre la stessa traccia di salita fino a Vens.
- Cartografia:
- Escursionista Editore foglio 4. Conca di Aosta - Monte Emilius. Scala 1:25000