-corda singola da 60m
-casco
-cordino per sacco da recupero
-sacco da recupero ben stipato di viveri
-friends per proteggersi lungo lo zoccolo e in qualche punto lungo la via
Materiale eventuale:
-attrezzatura da artif per superare le lunghezze più dure (es. L8)
Da Courmayeur circa 1h 45’
A piedi:
la strategia migliore prevede di salire al rifugio Alfred Willis la sera prima con una bella passeggiata di 1h30’/2h a seconda dell’andatura. Il rifugio si trova a circa 1800m di quota e conviene prenotare se si capita nel fine settimana.
A piedi dal rifugio:
l’enorme muraglia verticale della Paroi d’Anterne domina l’orizzonte nord-sud. Puntare dritti contro la parete superando dapprima il torrente e affrontare il largo canale pietroso che poco per volta si incunea tra le pareti di calcare marcio della base rocciosa. Reperire tracce di corde fisse (ammalorate) e portarsi alla base dello zoccolo. Con arrampicata attenta e delicata, risalirlo per circa 150 m provvedendo a proteggersi con qualche friend.
Giunti alla base vera e propria della parete traversare verso sinistra (corda fissa in posto); la via parte pochi metri a destra di un’enorme grotta che si consiglia di visitare.
Tempo stimato circa 2h.
Via di carattere alpino: gran forma nell’arrampicata e una buona esperienza su terreno d’alta montagna sono ingredienti essenziali per divertirsi perlomeno sui tiri al di sotto del 7c. Oltre si è solo contenti di passare, con qualsiasi mezzo.
Di seguito i gradi riportati sul libro di Mussatto. Altrove, sul blog dello stesso autore, se ne trovano alcuni leggermente variati.
L1: 6b, fessura-diedro.
L2: 7b+, durissimo tiro con obbligatorio elevato, passaggi di blocco e traverso a sinistra.
L3: 7a, incredibile placca appoggiata a cannellures, calcare grigio Wenden style.
L4: 6b+, lunghezza di raccordo.
L5: 7b, muro verticale atletico.
L6: 7a+, bella lunghezza sostenuta su placca grigia, bella sfida di lettura.
L7: 5c, lungo traverso a sinistra delicato su roccia .
L8: 7c+, la lunghezza crux della via con tacche da strizzare, obbligatorio spinto al massimo e sequenze dinamiche tra gli spit.
L9: 7c+, roccia da interpretare, una macedonia di blocchi di difficile esecuzione.
L10: 7c+, addomesticato fino alla radice del tetto dove si concentra il passo extra duro per superarlo (un cordino sporge dal bordo per l’eventuale azzerata).
L11: 6b+, traverso.
L12: 7a+, partenza su strapiombino con roccia scabrosa, poi tacche e gocce con aderenza a mille (fortissima usura della pelle).
L13: 6c, simile al precedente ma più facile.
Discesa:
giunti in cima al plateau, la discesa si effettua a piedi puntando dapprima in direzione sud-ovest fino a congiungersi col sentiero che scende al rifugio Sales. Di qui percorrere il sentiero in direzione nord che si ricongiunge con il sentiero che si era percorso per il rifugio Willis.
Contare 2h a piedi.
Complessivamente l’impegno si deve spartire su braccia, tecnica, disposizione mentale, uso dei piedi, entusiasmo.
- Bibliografia:
- Itinéraires d'un grimpeur gâté - Philippe Mussatto - 2010