Attrezzatura consigliata: casco, imbrago, cordino da 30m e qualche fettuccia per fare sicura su spuntoni. La salita per la Cresta Est e' sconsigliabile in caso di neve o ghiaccio (in quel caso, molto meglio salire dal versante nordtirolese dalla Langtalereck (Karlsruher) Huette, percorrendo i ghiacciai Seelenferner e Wasserfallferner, che con dolci pendenze conducono in vetta senza mai dover arrampicare.
Dal parcheggio della funivia di Plan raggiungere il centro del paese, da cui si dipartono i sentieri. S’incontrano ben presto cartelli indicanti la malga Schneid 2159m a 1h40′ e il Rifugio Plan 2989m a 4h20′. Salire per prati su buon sentiero che sale con pendenza moderata costeggiando il torrente. Si supera il torrente su un ponticello e, con percorso a zig-zag, si raggiunge infine la malga Schneid 2159m, eccellente punto di ristoro e splendido balcone sulla valle.
Dalla malga Schneid attraversare i pascoli soprastanti fino a giungere ad un poggio con una bella croce in legno e un bivio: a sinistra si va al Rifugio Petrarca all’Altissima, mentre a destra si sale al Rifugio Plan. Si prende il sentiero di destra e si sale con decisione per i ripidi pendii erbosi con infiniti zig-zag. Dopo una lunga salita, si giunge ad un bivio; ignorato anche stavolta il sentiero per il Rifugio Petrarca, si continua a salire ora su pietraia; si passa una targa commemorativa e si giunge ad un ultimo bivio. Continuando a seguire per il rifugio Plan, si passa a fianco di un piccolo residuo glaciale e si risale lo sperone (corde fisse) sul quale e’ posto il Rifugio Plan, ormai ben visibile. Giunti al Rifugio Plan, si domina la valle come a volo d’uccello e si e’ sovrastati dalla mole della Cima delle Anime. A fianco del rifugio e’ la Vedretta di Plan.
Dal Rifugio Plan la Cima delle Anime e’ data a 1h40′. Si segue il sentiero che parte dietro il rifugio e giunge alla base della Cresta Est. Da qui in poi le segnalazioni sono stinte e si seguono radi ometti e tracce si passaggio. Si supera sulla sinistra un primo passaggio esposto su esile cengia, che adduce infine ad una paretina che si sale in facile arrampicata. Da qui per stretta cengia (chiodo in cima alla cengia) si raggiunge un pulpito, da cui parte una corda fissa per una trentina di metri. Superata la corda fissa, si continua facilmente alternando tratti di sentiero ad altri in cui occorre usare le mani su blocchi di roccia rotta. Si giunge cosi’ ad una spianata. Qui la cresta diventa di nuovo ripida e giunge su un’anticima, che oppone il passaggio piu’ caratteristico della salita: una scalinata di roccia con centinaia di metri di vuoto da entrambi i lati. La scalinata adduce ad una minuscola forcella (spazio per un alpinista alla volta), che si raggiunge con un facile passo in disarrampicata. Da qui si attacca la paretina soprastante con facile arrampicata (possibilita’ di far sicura su spuntone). Da qui in poi la cresta si impenna nuovamente e si risale per blocchi. Si aggira un tratto ripido sul lato della Vedretta di Plan su esile traccia per poi riportarsi sul filo di cresta. Si supera un ultimo muretto e si raggiunge cosi’ la piccola cima, sormontata da una bella croce in legno.
Discesa con cautela per la via di salita.
- Cartografia:
- Mayr Oetztal 1:35000