Terreno decisamente ripido, basti pensare che in circa 5 km si coprono i 1500 m di dislivello. Da evitare con tempo incerto o scarsa visibilità.
Si può trovare acqua nei ruscelli nei pressi delle baite ed eventualmente qualche rigagnolo dall'Ancien Glacier d'Andagne.
La prima parte del percorso si snoda sul sentiero di rientro della via ferrata, con alcuni brevi punti attrezzati con cavo metallico ma sono superflui, utilizzabili eventualmente come corrimano (altro discorso in presenza di verglas).
Dalla strada del col de l’Iseran, dopo Bessans, si segue la stradina sterrata sulla destra che dopo 200 m termina in corrispondenza di una cascatella del torrente. Qui si trova una palina segnaletica abbattuta, ma sulla sinistra si scorge comunque la traccia di sentiero che in diagonale ascendente verso sinistra porta a risalire il dosso roccioso soprastante, sfruttando delle comode balze. Questo sentiero, inizialmente un po’ invaso dalla vegetazione, diventa via via più evidente e sale ripido (si tratta del percorso della via di discesa della Ferrata d’Andagne). Si incontrano alcuni tratti attrezzati con un cavo metallico, utile solo come corrimano in quanto non c’è mai esposizione, prestare solo attenzione al fondo talvolta un po’ scivoloso per la presenza di detriti. Si lambisce una cascata del torrente d’Andagne e si prosegue ora progressivamente verso sinistra, su terreno più appoggiato, finchè le placconate rocciose lasciano spazio a vasti prati sospesi, e così si raggiungono i ruderi delle baite d’Andagne a 2263 m poste su un dosso panoramico.
Qui è presente un trivio, con i sentieri che portano verso gli impianti di Bonneval, oppure un altro sentiero che porta a la Goulaz tagliando le pendici dell’Ouille Allegra. Non si segue nessuno di questi, ma si scende di qualche metro nell’avvallamento sottostante le baite, solcato da un ruscelletto.
Si raggiungono quindi i ripidi pratoni in direzione est, che si possono risalire senza percorso obbligato destreggiandosi al meglio tra le balze (ci sono dei modesti affioramenti rocciosi: il consiglio è comunque di restare inizialmente al centro del pendio, dove sulla verticale non si notano zone rocciose (riferimento puntare ad un masso piatto isolato proprio all’inizio della parte ripida del pendio). Qui se si ha fortuna si incontra una vaga traccia di sentiero, che inizia a salire in diagonale verso destra, e poi sfruttando una serie di modestissimi dossi, con un bel po’ di serpentine si vince il pendio, fino al cambio di pendenza a circa 2650 m, dove si vede la parte superiore del percorso.
A questo punto si hanno due possibilità, eventualmente consigliabile un parziale anello.
A- Salita dal crestone sud-ovest: si continua a salire su terreno erboso, a zolle, sempre nuovamente ripido stando alla sinistra del pendio, dirigendosi verso l’evidente cannone gasex (per staccare le valanghe) posto sotto l’inizio del crestone della Pointe d’Andagne. Lo si lascia pochi metri a destra, per evitare una zona di terreno marcio, continuando la salita per il ripido pendio di erba e poi man mano di terriccio e detriti, finchè non si raggiunge quella che diviene più marcatamente la cresta sud-ovest della montagna.
La si percorre finalmente con pendenze meno accentuate restando sostanzialmente sempre sul filo costituito da sfasciumi e talvolta elementari roccette (che spesso si possono aggirare su uno dei due lati). Raggiunto un torrione che spezza la continuità della cresta a circa 3100 m, occorre abbassarsi di 20-30 m sul versante sud (sono presenti alcuni ometti) per facili terrazzini ricoperti di detrito, per aggirare questa asperità rocciosa (in caso di neve dura possono occorrere i ramponi), prima di riguadagnare il crestone, nuovamente elementare, salendo il pendio di pietrame.
Percorrendo comodamente il crestone si arriva sulla vetta, con l’ometto posizionato sulla placca sommitale.
B- Salita per l’Ancien Glacier d’Andagne: dal ripiano erboso di quota 2650 m si prosegue al centro del pendio erboso, raggiungendo un evidente solco che divide la zona morenica trasportata dal ghiacciaio a destra, con la parte sinistra che si mantiene detritico/erbosa. Si nota anche una traccia di sentiero che per un tratto si sposta sulla pietraia di destra, per poi ritornare nella zona sinistra meno accidentata.
Terminata la parte ripida si entra in una stretta valletta per pochi metri finchè non si entra nell’anfiteatro ex-glaciale d’Andagne.
Restando sempre sul lato sinistro della conca, molto ampia, si riesce a camminare su terreno molto comodo prevalentemente detritico. Quando si giunge al di sotto del pendio sud della montagna, si riprende a salire in modo marcato ma non troppo faticoso, sfruttando le zone prive di pietrame. Ad inizio stagione questa zona potrebbe essere ancora innevata. Senza percorso obbligato si guadagna così la dorsale poco a sinistra rispetto alla cima, e da qui comodamente in vetta. Questo percorso è sicuramente consigliabile per la discesa, essendo piuttosto scorrevole.
- Cartografia:
- IGN 3633 ET 1:25000 TIGNES...
- Bibliografia:
- alpinisme vanoise haute-maurienne di patrick col