Note
Storico
La via percorre la serie di fessure ben marcate che nella zona centrale la larga parete est, in roccia grigio nera ( spesso bagnata ) nella prima parte, gialla e strapiombante nella parte alta. roccia ottima.
elegante e bellissima arrampicata libera nella prima meta’; un po’ meno bella e piu’ artificiale nella parte superiore. i primi salitori usarono 80 chiodi e 4 cunei; attualmente ci sono in parete 30 chiodi circa e cunei, compresi quelli ai punti di sosta. dislivello circa 350 m. difficolta’ : v°+.
Avvicinamento
elegante e bellissima arrampicata libera nella prima meta’; un po’ meno bella e piu’ artificiale nella parte superiore. i primi salitori usarono 80 chiodi e 4 cunei; attualmente ci sono in parete 30 chiodi circa e cunei, compresi quelli ai punti di sosta. dislivello circa 350 m. difficolta’ : v°+.
Dal San Lorenzo in Banale (Ristoro Dolomiti) è possibile salire a piedi seguendo il sentiero 325 che risale la Val d'Ambiez, passa per il rifugio al Cacciatore (m.1820) seguendo una strada sterrata (2h30 circa) e poi continua per sentiero verso il Rifugio Agostini, ottimo punto d'appoggio per la salita (1h00 dal Rifugio al Cacciatore).E' possibile arrivare al Rifugio al Cacciatore anche con servizio taxi-jeep.
Dal rifugio Agostini salire il sentiero che va verso l'evidente parete (sentiero che sale alla Vedretta d'Ambiez). Il sentiero per ghiaione si avvicina allo zoccolo della parete e lo segue fino al suo termine, dove è possibile rimontare la grande cengia alla base della parete (qualche catena nei punti più difficili).
Ora seguire la cengia verso sx fino ad arrivare alla sx di alcuni marcati tetti. Subito dopo si trovano due evidenti fessure. La via sale quella di dx (circa 0h45 dal rifugio).
Descrizione
Dal rifugio Agostini salire il sentiero che va verso l'evidente parete (sentiero che sale alla Vedretta d'Ambiez). Il sentiero per ghiaione si avvicina allo zoccolo della parete e lo segue fino al suo termine, dove è possibile rimontare la grande cengia alla base della parete (qualche catena nei punti più difficili).
Ora seguire la cengia verso sx fino ad arrivare alla sx di alcuni marcati tetti. Subito dopo si trovano due evidenti fessure. La via sale quella di dx (circa 0h45 dal rifugio).
- Si attacca all’ inizio della cengia detritica che taglia la parete a sinistra dei grandi tetti gialli, sotto la verticale dell’ evidente fessura-diedro nera che incide, diritta, la parete.
- si sale il gradino basale per una fessura ( ii° ) fino ad una cengetta. si supera una fessura verticale obliqua a destra ( 15 m, 2 ch.; v° , v°+).
- si traversa circa 10 m. orizzontalmente a sinistra, si supera un gradino e si continua a traversare su ottima roccia fino ad oltrepassare il colatoio, uscendone a sin. su rocce asciutte meno difficili ( 25 m, 3 ch. v° poi iv°+)
- si riattraversa poco sopra il colatoio raggiungendo alla sua destra un terrazzo, da dove si sale diritto per due lunghezze ( iv° ) per raggiungere una comoda cengia sotto i grandi strapiombi gialli. si supera un faticoso camino giallastro ( 20 m, v°+, poi iv°); ( dal discreto punto di sosta non proseguire diritto, anche se si vedono dei chiodi ).
- con traversata ascendente verso destra sotto gli strapiombi, su roccia gialla e un po’ friabile, si raggiunge un terrazzino ( 16 m , 4 chiodi ; v° e un pass. a1).
dopo pochi metri diritti, si ritorna progressivamente verso sin. superando alcuni strapiombi, di cui quello finale nero e bagnato ( 20 m, 6-7 chiodi; insieme di v°+ / a2 o vii b ). si entra cosi’, in un profondo camino, che si prolunga verso l’ alto in una serie di fessure-diedri gialli ( 3 lunghezze in generale di v°+, con alcuni tratti strapiombanti di vi°+ / a2, 10- 12 chiodi e un cuneo ), e si esce a destra su un buon terrazzo. - si sale una parete di circa 40 m in roccia compatta grigia-nera, traversando in ultima a destra fino ad una larga cengia ( iv°+, v° ,2 ch. e 1 cuneo). continuando diritto (ii) si esce sulle facili rocce che portano in vetta (circa 6-8 ore).
discesa :
dalla vetta per roccette facili si scende sulla cresta sud, che si segue seguendo in numerosi ometti. ci si abbassa per cenge e canalini, su ottima roccia, fino all’intaglio fra la cima d’ambiez e i denti d’ambiez.
per un canale verso sinistra (est) si scende sulla comoda cengia che attarversa alla base tutta la bella parete sud-est e porta al nevaio.
josve aiazzi e andrea oggioni, armando aste e angelo miorandi, a corde alternate, 30 giugno-1 luglio 1955.
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