Il percorso è classificabile come una escursione E, tuttavia, compiuto in inverno su neve dura necessita di attrezzatura e la difficoltà pertanto sale. La vetta – m 1651 - offrirà abbondanti silenzi e ampissime vedute, meteo permettendo.
Da Maggio a Luglio porre molta attenzione alle zecche che infestano queste montagne e il cui morso può trasmettere la malattia di Lyme. Indispensabile utilizzare un repellente da spruzzare sui vestiti e sul corpo, anche sotto gli abiti.
Da Bertone due percorsi possibili:
1) Per la bella mulattiera che sale verso Nord-Ovest a moderata pendenza, segnata da due triangoli gialli. Giunti poco sotto la cresta ovest del’Alfeo (q. 1300 m circa) si incontra un sentierino a destra che prima in piano nel bosco e poi in lieve salita su terreno più aperto conduce alla sella di Tartago (m 1420). Da questo punto risalire la ripida ed erbosa cresta ovest fino in vetta. Piccozza e ramponi utili in inverno con neve dura.
2) Superate le case poste a monte e varcato un dissuasore per animali, salire in direzione est percorrendo una vecchia mulattiera fiancheggiata da muretti a secco (sent. CAI n.111 e vecchi segnavia gialli). Quindi si piega a sinistra e si traversa, con salita dolce e alcune radure, il versante sud-occidentale dell’Alfeo, coperto da un bel bosco di faggi.
Giunti a un bivio q. 1380 m circa proseguire a destra risalendo una bellissima faggeta con alberi imponenti fino ad uscire sui prati sommitali. Raggiungere il crestone sud e lungo questo in breve la vetta. In inverno con buon innevamento, usciti dal bosco è possibile affrontare direttamente il ripido pendio Sud -Ovest sotto la vetta per la massima pendenza (opportunamente dotati di picca e ramponi) e giungere così in breve alla Madonna di vetta – due ore scarse dall’auto.
Decisamente particolare la visuale che potrà presentarsi: a sud un mare scintillante (o cupo, a seconda…) su cui si staglia la costiera del M.Ramaceto; potrebbero emergere all’orizzonte la Corsica, Capraia e l’Elba. Di seguito e in senso antiorario il gruppo Aiona, Penna e, verso est, il Maggiorasca con i suoi tralicci. Tra questi monti un meteo fortunoso vi consentirebbe di scorgere alcune ripide pareti delle Apuane. Poi, in direzione nord-est, è assai improbabile che riusciate a distinguere qualche cresta fra Adamello, Brenta e Cevedale. In mezzo ai faggi che copiosi ricoprono il versante nord dell’Alfeo fino alla sua cima, si può osservare, posti a gradevole distanza dalle sue evidenti industrie, anche la città di Piacenza. All’estremo nord le vette innevate di Alpi e Prealpi Centrali; indi, tra Lesima, Ebro, Antola, ecc. appaiono il Rosa e il Monviso, orientati a nord e ovest, poi le Marittime al completo ed infine, da un insolito punto di vista, spunta in basso la rivierasca catena spartiacque del Beigua. (Valerio Onofri Hôte)
E’ consigliabile allungare la gita salendo anche al monte Brusasca (m 1536), proseguendo con l’itinerario (1) oltre il bivio per il sentierino per la sella di Tartago. Sempre seguendo i segnavia due triangoli gialli si supera un’edicola votiva e si sbuca su un’ampia sella prativa alla base del monte Ronconovo. Il sentiero sale ora più ripido in diagonale in versante Sud, uscendo sulla cresta sommitale tra il monte Ronconovo e il monte Brusasca. Continuare lungo la boscosa cresta a moderata pendenza fino alla cima poco evidente del monte Brusasca, caratterizzata da ampi prati e boschetti e che offre una stupenda veduta sul M.Alfeo.
Entrando con l’auto nella rettangolare piazza principale sulla sinistra è presente un piccolo esercizio-rivendita di ogni merce; poco oltre appare l’albergo-bar riscaldato da una tradizionale stufa centrale; il suo gentile anziano gestore conosce personalmente tutti e 25 i restanti abitanti del paese, assai prossimo allo spopolamento.
Sul lato opposto alla strada statale è situato il maestoso palazzo dei Centurione che, in stato di abbandono, testimonia fasti ormai remoti, mentre, alzando lo sguardo alle vostre spalle, sulle pareti dell’edificio di fianco al negozio citato, noterete scritte appartenenti al periodo fascista.
- Cartografia:
- Tav. IGM 1:25000, Gorreto
- Bibliografia:
- A.Parodi, La catena dell'Antola, Parodi Editore