Il dislivello tiene conto delle numerose perdite di dislivello e risalite al ritorno.
Il bel rifugio è della misura giusta, i gestori sono amichevoli, competenti (informazioni) e la cucina è buona.
1) da Blatten in cabinovia (20 chf A/R nel 2016)
2) da Oberi Taatsche: dal park gratuito al termine della strada asfaltata (divieto) seguire la pista, dopo un tornante sulla sx parte un sentiero che sale ai pascoli di Ball e quindi, ritrovata la pista, si giunge a Belalp (45 min, 330 m di d+).
3) da Egga: si sale direttamente in direzione dell'Hotel Belalp e si incrocia la strada poco prima di questo (itinerario più diretto del precedente, 1h15, 500 m di d+).
Da Belalp si prosegue in falso piano sulla strada sterrata fino al suo termine nei pressi dell’Hotel Belalp.
Si scende ora ripidamente verso nord (si perdono circa 160 m di d+), quindi con un lungo traverso si raggiunge il bordo del torrente che esce dal fronte del Oberaletschgletscher (spettacolare), si scende nuovamente per attraversare il fiume su un ponte, quindi si risale al rifugio per un sentiero attrezzato (Panoramaweg), costruito nel 2005 scavandolo a tratti letteralmente nella roccia sulla sinistra orografica della valle (4h30).
Dal rifugio si scende per circa 170 metri per un sentiero e alcune scalette su lisce placche fino al ghiacciaio.
Con l’aiuto di catarifrangenti, messi ad hoc, si riesce a seguire nella notte il giusto itinerario, prima si va sulla morena centrale e poi seguendo questa morena per un paio di km fin quando gli specchietti ci portano nuovamente fuori dal ghiacciaio (Q 2654) e ci fanno cominciare la lunga salita.
Prima si sale la pericolosa morena laterale, poi si fa un traverso verso sx sotto placche striate da rivoli di acqua, infine si rimonta un ripido pendio tra faticosi pietroni seguendo ometti e segni rossi con la luce delle frontali. Si raggiunte così una caratteristica finestra a 3100 metri circa all’inizio di uno sperone.
Si prosegue su scomodi blocchi fino alla sommità delle rocce a quota 3382 m dove inizia il ghiacciaio.
Si calzano i ramponi, si sale sul ghiacciaio (primo tratto ripido e ghiacciato) e con un largo giro sul ghiacciaio prima a destra e poi a sinistra ci si porta alla quota 3736 m dove il pendio nevoso si raccorda comodo allo sperone che scende dalla cima. Si rimonta una crestina di blocchi quindi si attraversa un nevaio.
Poco sopra dalla neve sporgono tre speroni rocciosi, su quello centrale (salire nel primo tratto un po’ il per il canale di destra); i passi di arrampicata sono di II grado e ci sono pioli di ferro a distanza di 30/40 metri che rendono facile l’assicurazione. I pioli o altri ancoraggi continuano per tutta la salita fino alla vetta (7/8 ore dal rifugio),
Discesa disagevole e faticosa per la stessa via (6/7 ore fino al rifugio, 4 ore dal rifugio a Belalp.
- Cartografia:
- foglio 264 al 50000 - Jungfrau delle cartine svizzere
- Bibliografia:
- scialpinismo in svizzera-scanavino gansser ecc.