Materiale: un gioco di nut, qualche friend medio-grosso, cordoni e/o fettucce, corda da 60m necessaria per le doppie. Presenti soste a fix nelle doppie.
La cresta non presenta un filo ben definito e netto, salvo in alcuni tratti, e quindi l'itinerario è caratterizzato da molteplici varianti. Le difficoltà si attestano comunque intorno al III, qualche passo di IV discontinuo. Roccia buona anche se spesso lichenata nell'ultima parte.
Il dislivello tiene conto delle numerose discese e risalite.
Dal Passo del Ranco si volge verso ENE in direzione della cresta, caratterizzata da una prima parte facile di blocchi accatastati. Si aggira un primo monolito sulla dx e per facili gradini e un successivo canalino-diedro sulla dx si vince il primo risalto della cresta (variante: questo salto può essere affrontato con maggiori difficoltà a sx, primo lungo uno spigolo, III+, quindi entrando in una fessura camino, IV-, che porta ad una grossa lama, III). Si discende qualche metro e si raggiunge il risalto successivo, che si supera per una paretina di roccia rossa verticale, alta c. 15 m. Seguire la cresta tenendosi a sx, rimontando una fessura camino con blocchi incastrati sul fondo (III, 10 m), oppure lungo un camino squadrato di 10m sulla dx (IV+). Passare poi poi facilmente tra due torrioni e scendere per circa 4 m. Salire il torrione che segue per una grande fessura sinuosa di circa 15 m (III-); abbassatisi di un paio di metri, si risale un altro torrione vincendo i primi metri verticali; il tratto restante è facile. Si scende un gradino (ch. con cordino) e si risale una placca, quindi si scende uno scomodo strapiombo di un metro e mezzo (tratto evitabile e aggirabile scendendo sulla dx qualche metro da sotto il salto col chiodo), quindi riprendere a salire al centro del torrione successivo lungo una bella serie di placche giallastre. Sulla sommità si trova una sosta (3 fix + cordone), per una doppia non indispensabile, altrimenti scendere alcuni metri ad un terrazzino quindi, i) o si raggiunge la sosta proprio sul filo (a 2 fix e cordino azzurro), o ii) per una cornice sul versante S, si scende ad un gradino, ove è attrezzata una sosta per una corda doppia di una decina di m (3 ch, cordino rosso + maillon). Scavalcare un tozzo torrioncino (sosta con catena) e con una doppia di 30m scendere al colletto successivo. Salire nel centro la parete successiva presso due fessure parallele (III) oppure sulla dx in una fessura camino (IV-) raggiungendo un canalino detritico. Proseguire verso destra su belle placche gradinate (II, passi di III-) arrivando sull’aerea vetta della Punta Occidentale.
Raggiungere la sosta sulla sx (fix con catena) e con 30m esatti di calata raggiungere la base dello spigolo. In alternativa, abbassarsi nel canalino sotto la cima di 10 m (II), ove si trova l’ancoraggio di un’altra calata (3 ch. cordone giallo + maillon, 25 m). Aggirare a N l’elegantissimo Campanile, passando tra questo ed un altro torrione, sotto un ciclopico lastrone appoggiato. Al colle termina l’it. classico dei primi percorritori, essendo possibile divallare per canali detritici su entrambi i versanti. È interessante invece continuare per i due ulteriori risalti delle punte Centrale e Orientale con difficoltà analoghe alle precedenti. Aggirare lato sud alcuni gendarmi e raggiungere la base del risalto seguente, salire sulla dx per rocce articolate (II, III-) che fiancheggiano a N un canale detritico. Per rocce rotte alla vetta della Punta Centrale. Scendere all’intaglio successivo sotto l’ultima impennata, quindi traversare a dx su cengetta per 10 m (ometto). Un passo a destra (III), poi salire un diedro fin sotto a dei blocchi giallastri, che si superano verso sx (IV -), poi facilmente raggiungere una fessura di 5 m (lll+) che porta in vetta alla Punta Orientale (ometto).
Discesa: dalla cima si traversa brevemente ad una punta di quota simile e di lì si continua con difficoltà minori fino al termine della cresta (in quest’ultima parte caratterizzata da un’infinità di modesti torrioncini e gendarmi da scavalcare o aggirare, numerosi passi di II). Si raggiunge quindi una depressione sotto le pendici di P.ta Malta, si traversa circa in piano fino a reperire qualche raro ometto che scende dalla dorsale occidentale della Malta e che conduce presso il Lago Bertin al sentiero U10, che riporta a valle.
Salita del campanile: 45m, V-, D.
Il campanile può essere salito in due tiri con una breve deviazione (0.45min). In loco presenti chiodi e soste a fix. Sufficiente una corda da 60m.
L1: dalla base attaccare dalle fessura sulla dx, che si forma tra il campanile e la ciclopica lastra staccata. Salire la fessura (sprotetta, IV+) e con passo atletico ribaltarsi sullo spigolo soprastante (1 ch.), traversare a sx e quindi superare un breve strapiombo (V-). Proseguire per muretti ripidi (IV) via via verso dx, fino in sosta (20m, sosta a fix).
L2: traversare a sx (facile) e quindi salire lungo lo spigolo (IV), passare un tratto liscio (passo di IV+, 2 ch.) e quindi raggiungere la placca finale, solcata nella parte bassa da una fessura con ch. (V-). Spostarsi delicamente a dx in una specie di camino e da lì (ch.), traversare facilmente a sx fino alla campana di vetta (soste a fix, diario di vetta in una latta). Per raggiungere l’ometto sommitale salire ancora per un metro sopra la sosta.
Doppia da 30m strapiombanti verso Nord, sfruttando la comoda sosta a 3 fix uniti da cordino nero (grosso moschettone).
Prima salita del campanile: C. Berardo e E. Galliano 23/10/1969
- Bibliografia:
- Guida monti d' Italia - Monte Viso (M. Bruno); 90 scalate su guglie e monoliti (G.C. Grassi); Monviso e le sue valli (G. Berutto)