Il percorso di salita è sempre ripido e piuttosto monotono, anche se i panorami sono sempre di prim'ordine. Lo sviluppo del percorso di 14 km totali, il che fa capire la pendenza sostenuta.
Da evitare in presenza di neve o ghiaccio.
Da San Giacomo si percorre la strada asfaltata, che oltrepassato il ponte, si addentra in un fitto bosco di pini e di faggi secolari, raggiungendo rapidamente la colonia estiva dei salesiani (fontana).
Qui la pista dicventa sterrata e prosegue in salita nella faggeta per circa 1 km, fino ad incontrare il cartello indicante Monte Aiera nei pressi dell’omonimo Gias 1349 m.
Un buon sentiero ora inizia a salire nel bosco con una lunga serie di tagli sul pendio, poi si esce dal bosco e si prosegue per assolati pendii erbosi. Fino a 1700 m di quota (ci sono dei ruderi di antichi gias) la mulattiera è ampia e ben delineata e la salita in pendenza costante non è mai faticosa. Da lì in poi il sentiero diventa meno marcato ma sempre ben evidente (sono stati anche messi dei paletti con del nastro, oltre a bolli di vernice rossa un po’ sbiaditi).
Si raggiunge una sella, a 1979 m (Col Cruset), dove occorre percorrere un diagonale verso sinistra, inizialmente in piano poi di nuovo in salita, che consente l’attraversamento di alcuni canaloni (possibilità di trovare acqua); il percorso non presenta difficoltà in assenza di neve e con terreno asciutto e seppur si attraversino pendii un po’ scoscesi non ci sono punti esposti.
Terminato il lungo traverso si arriva allo spallone erboso che ha origine direttamente dalla cima, non visibile ma intuibile: è proprio sulla verticale di questo pratone.
Si guadagna un secondo colletto traversando ancora verso sinistra, dove inizia il tratto conclusivo, ossia la ripida (molto ripida) salita dello spallone, gli ultimi 400 m non daranno tregua.
Si resta nei pressi di una cresta non molto delineata, aggirando alcuni affioramenti rocciosi (sono presenti molti bolli ed ometti). Negli ultimi 100 m di dislivello la pendenza si abbatte leggermente, in compenso la traccia non è più marcata, ma si sale con percorso libero fino alla statua della Madonna posta in vetta (c’è anche un faretto con pannelli solari ad illuminarla di notte)
La discesa per forza di cose avviene dal percorso di salita.