Salire. Con diuturna fatica, nell'avvicendarsi di gelo e di calura, delle infinite, mutevoli gradazioni della luce e dell'oscurità. Salire. Per vetusti cammini o nuove vie, seguendo il calpestio degli animali o il tortuoso disporsi delle pietre. Salire ancora. Fra i sospiri fruscianti del bosco, le squillanti risate dell'acqua e il silenzio abbacinante della neve. Salire nel sole, nel vento, nella nebbia, circondati dall'incessante comporsi e scomporsi dei profumi. Salire con tutto il corpo, la mente e il cuore. Fino alla fragorosa gioia della vetta. E quando la realtà frapporrà ostacoli insormontabili ai ripetuti incontri tra corpo e vetta, il sogno farà sì che mente e cuore continuino a raggiungere la meta. Perché lo sconfinato amore per la montagna non può finire. MAI. (M.F.)