Da Corte Prima la solitudine è completa.
L'impressione che si prova a Corte Prima, di trovarsi alla base di una fortezza ben protetta, è confermata dal percorso successivo.
E' un giro nella montagna primitiva, dove praticamente non c'è (più) traccia di passaggio umano.
Necessaria determinazione, tenacia e senso dell'orientamento.
La strada della Val Bodengo è a pagamento, il pass può essere acquistato sul valbodengo.shop oppure nei bar della zona.
Da Corte Terza proseguire lungo il fondovalle per ampia mulattiera fino a Corte Seconda, dopodichè la mulattiera si restringe a sentiero che, sempre sul fondovalle, conduce alla conca di Corte Prima (1540 m circa). Qui si abbandona il sentiero e si piega a sinistra per risalire l’ampio canale ben visibile a sinistra. Non ci sono segnavia né ometti né tracce, per cui l’itinerario è a libera interpretazione. La salita di questo tratto è faticosa, prima per mirtilli e rododendri, poi su pietrame abbandonato dalle piene del torrente, poi per felci, erba alta e ontanelli che, nell’ultima parte, precludono un po’ la visuale. Perseverare comunque al centro del canale fino a giungere a una conca detritica (unico ometto della zona, non visibile in salita) da cui si vede, in alto a sinistra, la Bocchetta delle Streghe Orientale (2270 m) da raggiungere stando alti dapprima con un semicerchio da destra a sinistra e poi proseguendo lungo un’ampia cengia erbosa e infine, dopo un grosso masso iniziale, su per un comodo canale.
Alla Bocchetta delle Streghe Orientale (grosso ometto) termina la parte più ripida e faticosa dell’itinerario e si sbuca finalmente in pieno sole. Dalla bocchetta piegare a sinistra in direzione di un evidente intaglio sul crinale roccioso che scende dal versante sudovest del Pizzo Cavregasco e che si raggiunge in pochi minuti su terreno facile. Dopo l’intaglio abbassarsi velocemente per poche decine di metri nella successiva conca del lago Cavrig fino a superare uno sperone roccioso sulla sinistra. Da qui si prosegue per qualche minuto in piano e poi si punta all’evidente canale sovrastante, con la parete sinistra di roccia tormentata a tratti strapiombante. Si risale il canale, inizialmente su pietrame mobile e poi per roccia più compatta; si supera un dosso erboso facile e si continua su una facile placconata (attenzione alle possibili vipere), sempre in prossimità della parete a volte strapiombante del Pizzo Cavregasco, fino a giungere a una bocchetta (2450 m circa).
Qui inizia il tratto in forte esposizione, fin quasi alla vetta. Dalla bocchetta volgere a sinistra sul versante nord del Pizzo Cavregasco imboccando un’evidente e stretta cengia erbosa che, con andamento quasi orizzontale, si addentra nella parete nord. Giunti quasi al centro della parete concava si sale direttamente per alcuni metri a un’altra cengia rocciosa (un ometto) e si prosegue poi diagonalmente verso destra seguendo una vena di roccia rossastra fino a un balconcino erboso (uno spit). Qui si cambia completamente direzione: svoltando a sinistra si imbocca un’altra stretta cengia rocciosa che, in lieve salita, porta in poche decine di metri fino a un’intaglio erboso della cresta, nuovamente in pieno sole. Si prosegue da qui sul versante sud della montagna su una cengia erbosa che consente di aggirare sulla sinistra uno sperone roccioso e poi, grazie anche ad alcuni ometti da memorizzare per la discesa, di risalire il ripido pendio finale erboso che porta alla cresta e in vetta.
Discesa per l’itinerario di salita.