1 - imboccare il canalone di Nibbio dall’omonimo paese dove si trova anche la falesia del "Cervinnibio". Ma superare lo sbarramento della (recente) frana con zaini pesanti è sconsigliabile.
2 - Dalla falesia del Cervinnibio seguire il sentiero che porta al settore, ”Panoramica” e proseguire sulla dorsale, fino a Sass Grand e poi al Möt Gianin, da qui superate delle roccette (corda fissa) individuare il sentiero che in traverso e discesa porta al "Balm dla vegia" (Alpe Faiera). Da qui in pochi minuti ci si porta a ridosso del vallone di Nibbio prima citato, ormai nettamente più in alto della grande frana.
Seguire il Vallone del Nibbio fino a trovare sulla destra un rio secco ma che appena più sopra presenta una cascatella che con una breve deviazione dal vallone da la possibilità di rifornirsi d'acqua. Proseguire lungo il vallone tenendosi un po’ a destra fino ad individuare un piccolo bosco di faggi al cui culmine si trova il, “passo della catena”. Con l'aiuto della catena (da verificare con attenzione) si superano delle rocce verticali e si raggiunge un terreno erboso (giunchi) prima in traverso poi più ripido piegando a sinistra, continuando in salita fino fino a che si riesce ad entrare nel rio Casletto solitamente in secca, proprio sopra la cascatella dove si è fatto rifornimento d'acqua, e seguirlo per 20 ‘ circa.
L'attacco è a 1380 metri di quota nel "Paradis di Camus". Guardando la parete (Il diedro vero e proprio da qui è molto più in alto ed è poco evidente) ci si trova sotto due canali. Quello di destra ha quasi sempre un filo di acqua (Noi l'abbiamo bevuta incolumi). Quello di sinistra è solitamente asciutto. Ancora più a sinistra è presente in una zona strapiombante una corda fissa di colore azzurro lasciata da ignoti in un recente tentativo
- L1. Dal Paradis di Camus scalare le placche ben appigliate del canale di sinistra in alto solcate da una breve fessura. Proseguire poi per altri 15 metri facili nel canale sovrastante fino a far sosta su di un albero. 45 metri 3° e 4°, un tratto di 5°+ Usati 2 friend (0.4 e 0.5 BD);
Risalire il canale camninando con brevi tratti di facile arrampicata per superare un paio di risalti fino a ridosso del Diedro vero e proprio; 180 metri (circa 100 di dislivello) facili. Brevi tratti di 2° e 3°;
- L2. Attaccare la placca scura verticale un po’ a destra rispetto la direttrice del diedro per sfruttare piccole ma nette prese per poi obliquare a sinistra verso il centro del diedro che si risale per circa 15 metri. 30 metri 6°+ (expo!!!) poi 5° nel diedro. Usati 2 friend (0.5 e 0.75) e un chiodo a lama. Sosta su friend;
- L3. Proseguire nel diedro uscendo in alto a sx in placca per evitare un grosso cespuglio di rosa canina e fare sosta comoda al di sopra 25 metri 6°-. Usati 2 friend medio piccoli. Sosta nella nicchia su Friend;
- L4. Salire lo strapiombo appena a sinistra della nicchia con 2 vecchi chiodi di cui uno con moschettone corrosi dalla ruggine (lasciati nel corso di un tentativo del 1978 di Alberto Giovanola e Gilberto Taglione). L’uscita dallo strapiombo presenta un blocco poco sicuro. Noi abbiamo usato solo gli appigli appena alla sua destra. Proseguire più facilmente nel diedro fino a sostare su friend. 20 metri 7°+ (sullo strapiombo) e poi 5°. Usati i due chiodi ruggini e 2 friend medio piccoli;
- L5. Proseguire sulla faccia sinistra del diedro con bella arrampicata tecnica su placca. 55 metri. 5° e 5°+ poco proteggibili (expo!!!). Sosta su friend;
- L6. Salire nel diedro per pochi metri poi obliquare a sinistra per evitare una zona di roccia con un po’ di muschio. Sosta su cengetta su 1 chiodo a lama. 60 metri 5°+ poco proteggibili (expo!!!);
- L7. Tornare a destra per riprendere facilmente il diedro che qui si allarga fino a svanire e risalire su placche facili tra pendii d’erba fino ad una grossa cengia erbosa. Da qui si potrebbe tentare una via di fuga(!!!) verso l’alto seguendo a sinistra la grande cengia con alberi. 50 metri 3° Sosta su cengia. Sicurezza al secondo di cordata a spalla;
- L8. Proseguire sempre su placche facili in direzione di un breve strapiombo del diedro. Sostare su spuntone poco prima dello strapiombo. 60 metri 2° e 3°;
- L9. Superare lo strapiombo per una bella placca verso sinistra fino ad uscire sul pendio erboso. Risalirlo fino alla base del diedro finale 4°+, poi pendio erboso e poi ancora 20 metri di placche di 3°. 60 metri. Sosta con sicura a spalla.
Qui siamo alla base del diedro superiore a circa 1780 metri di quota.
- L10. Salire nel diedro lungo le placche di destra prima appoggiate poi più ripide puntando alla strozzatura strapiombante ma fermandosi 15 metri prima su friend 50 metri 4° poi 5°+ (expo!!!)
- L11. Salire un po’ nel diedro e prima della strozzatura strapiombante (di roccia cattiva con lame mobili) evitarla facendo un lungo traverso verso destra su una bella placca lavorata puntando ad un evidente forcella su una crestina affilata dove si sosta su friend. 60 metri 5° e 5°+ poco proteggibile (expo!!!)
- L12. Dalla forcellina salire su diritti per 5 metri e poi traversare ascendendo verso sinistra fino a ritornare sul fondo del diedro. Risalirlo per una decina di metri fino a trovare una fessura e sostare su friend (4 BD) 60 metri 6° e poi 5°+ a tratti poco proteggibile.
- L13. Salire qualche metro nel fondo del diedro e poi in prossimità della strozzatura strapiombante e di roccia cattiva traversare una decina di metri verso sinistra, poi su diritti verso degli arbusti in prossimità dei quali piegare a destra per riavvicinarsi al diedro. Usati un friend del 2 BD poi uno 0.75 BD, un chiodo a lama. Sosta appesi su due friend del 0.4 e del 0.75 BD 55 metri 6° e 6°+ (Expo!!!)
- L14. Salire pochi metri verso il diedro che qui diventa un canale erboso molto ripido per questo è preferibile evitarlo e quindi prima di raggiungerlo salire su diritti tenendosi alla sua sinistra per placche verticali poco proteggibili fino a raggiungere la crestina finale dove si sosta su un evidente spuntone. Usati 2 friend medio piccoli 50 metri 6°+ (Expo!!!)
- L15. Seguire a destra la facile ed evidente crestina sommitale fino all’anticima del Lesino. Sicurezza al secondo di cordata a spalla. 50 metri 2° e 3°.
La cima principale la si raggiunge facilmente in 5 minuti per cresta.
Discesa:
Giunti in vetta , ritornare all’anticima spalla e proseguire in ripida discesa tenendosi vicino alla cresta su terreno invaso dai rododendri fino ad una forcella dove la cresta risale. Qui piegare a destra sul versante ossolano per canaletti erbosi che possono necessitare l’uso della corda, fino a raggiungere un bocchetta che immette sul versante del rio Casletto. Oltrepassare il canalino che scende dalla bocchetta e che arriva direttamente all’attacco della via (umido e scivoloso). È infatti preferibile proseguire lungo la crestina e poi traversare a destra per entrare nel bosco, quindi abbassarsi in traverso nel bosco molto ripido da dove è possibile individuare il punto di partenza al Paradis di camus