Si giunge in 1h 30' all’Alpe Colla, riconoscibile dalla presenza di una cappelletta e di alcune costruzioni. Da qui bisogna proseguire ancora per pochi minuti lungo la dorsale della montagna, inoltrandosi nuovamente nel bosco, fino ad incontrare alcuni ruderi, in corrispondenza dei quali bisogna cercare l'imbocco del sentiero, caratterizzato dalla presenza di alcune piante tagliate. Da qui parte un sentiero che effettua un lungo traverso verso destra (a volte con brevi tratti in discesa). Tale sentiero è segnalato proprio dalla presenza di piante tagliate e va seguito superando un primo canale per poi giungere ad un alpeggio caretterizzato da ruderi e grossi massi. Qui la traccia del sentiero scompare, per poi riprendere poco più in basso a destra (NON prendere la traccia di sentiero che procede verso l’alto). Procedere ancora in traverso lungo il sentiero e superare un primo vallone, giungendo in corrispondenza di un secondo vallone dal quale bisognerà iniziare a salire verso il Pizzo Pioda (a questo punto ben visibile dal sentiero).
Da qui non è più presente alcun sentiero ma bisogna procedere per tracce di camosci, attraversando in numerosi punti una vegetazione fitta e placconate di roccia. Si tratta della parte più laboriosa dell’avvicinamento, che a noi ha portato via parecchio tempo proprio per la mancanza di una traccia ben definita. Chi non fosse esperto dei luoghi sicuramente incontrerà le nostre stesse problematiche e impiegherà circa 5h per arrivare all’attacco (la guida riporta 3h 30’ ma credo che tale tempistica sia quasi impossibile se non si è preventivamente fatta una ricognizione all’attacco, avendo cura di tracciare e ripulire l'ultima parte del sentiero).
Noi abbiamo abbandonato il sentiero del lungo traverso dopo una piccola cascatella (vedi foto) e ci siamo tenuti costantemente sul versante destro del vallone, traversando poi verso sinistra (in direzione dello spigolo) solo dopo essere usciti dalla vegetazione.
L’attacco è esattamente in corrispondenza dello spigolo della parete, facilmente individuabile grazie alla presenza di un fix con cordone.
Materiale: una serie di friend Camalot C4 fino al n.2 BD, eventualmente un paio di micro-friend, cordini per collegare le soste.
L1: 6a+, 30m. Placca verticale appena a Dx dello spigolo.
L2: 6b+, 35m. Placca fessurata appena a Dx della sosta, seguita da una fessura leggermente strapiombante. Al termine di quest’ultima si arriva all’ultimo fix del tiro, a destra del quale è presente una fessura che si sviluppa sotto a un tettino. Noi abbiamo seguito questa fessura e, al termine, siamo usciti sullo spigolo trovando la sosta alla nostra Sx (forte attrito delle corde). Probabilmente, una volta raggiunto l’ultimo fix, ci si deve spostare direttamente sul filo dello spigolo e procedere verso Dx, raggiungendo così la sosta in maniera più diretta.
L3: IV, 40m. Seguire il filo dello spigolo.
L4: 5c, 40m. Seguire il filo dello spigolo.
L5: IV, 50m. Seguire lo spigolo (sosta posizionata a sinistra rispetto al filo dello spigolo).
L6: 5c, 50m. Seguire lo spigolo.
L7: 6a, 40m. Arrampicare la placca tecnica visibile sopra la sosta (spit che tendono verso Sx nella parte finale). Sosta in corrispondenza della cengia soprastante.
L8: 6b, 40m. Procedere verso il primo spit visibile poco a Dx della sosta, al di sopra di una lama situtata in una zona di roccia rotta. Da qui il tiro prosegue in traverso verso Dx, in leggera ascesa, fino al filo dello spigolo. Qui si sosta in corrispondenza di una nicchia alla base di un diedro fessurato.
L9: 6c+, 30m. Salire il diedro (passo chiave, azzerabile) e uscirne alla sua Dx. Da qui parte una fessura con arrampicata fisica e continua. Sosta su pulpito sul filo dello spigolo.
L10: 6c, 35m. Primi passi duri su piccole prese (azzerabili grazie ad un chiodo, ormai arrugginito), breve spostamento verso Dx e poi strapiombini e fessure fino alla sosta sotto al grande tetto soprastante.
L11: IV+, 40m. Aggirare il tetto sulla sinistra e poi procedere per lame (fare attenzione alla roccia molto delicata in questo tiro).
Dall’ultima sosta occorre percorrere la cresta sommitale (dapprima rocciosa con passi di II, successivamente erbosa) per un centinaio di metri. Si giunge così ai prati erbosi del versante opposto, dai quali è possibile iniziare la discesa.
Discesa: le soste della via sono attrezzate con anello di calata ma dopo il traverso della L8 la ritirata diventa complicata e laboriosa (oltre al fatto che l’ultimo tratto di avvicinamento fatto in salita risulta disagevole se percorso a ritroso). A mio avviso è preferibile scendere a piedi seguendo le esili tracce presenti sul crinale erboso, procedendo in direzione opposta a quella della croce di vetta. Si supera una zona caratterizzata da un enorme solco nel terreno che interrompe la cresta erbosa, fino a giungere ad un colletto lastricato da una pietraia. Da qui si imbocca il versante ovest e si tiene la Dx (viso a valle) del vallone (rari segnali bianchi e rossi sui massi e qualche ometto) fino al Passo dei Croselli, caratterizzato da ruderi di vecchie costruzioni e da una scritta sbiadita su un grosso masso.
Da qui una traccia di sentiero (vernice bianca e rossa sbiadita e piante tagliate) riporta, procedendo a valle e verso Sx (viso a valle) alla stessa quota dell’Alpe Colla, e poi a quest’ultima grazie ad un traverso verso Sx. Da qui si imbocca a ritroso il sentiero seguito all’andata.
Anche in questo caso considerare un tempo superiore rispetto a quello riportato in guida (almeno 4h, senza considerare eventuali errori di percorso dovuti alle difficoltà nel rintracciare il sentiero).
- Bibliografia:
- Ossola Rock, Versante Sud