
Sulla Guida dei Monti d'Italia l'itinerario dei primi salitori viene valutato PD, in quanto raggiunsero la Cima dell'Oriol evitando l'ultima parte dello spigolo di cresta deviando su alcune cenge.
Materiale utile: corda da 40 metri, friend medio/piccoli, fettucce e cordini lunghi per abbandono. La via non è attrezzata.
Il dislivello tiene conto dei vari saliscendi della cresta.
Dall’estremità Nord del lago si imbocca la strada asfaltata (chiusa al traffico) che superato un boschetto giunge ad un bivio, si segue il ramo destro che in breve porta all’ingresso di una lunga galleria, superata si continua con salita a mezza costa su prati e pietraie fino a raggiungere la Stazione di Pompaggio Chistafort. Da qui, dapprima per malandata carrareccia invasa dalla vegetazione e successivamente con spostamento verso destra per ripidi pendii erbosi e piccole pietraie, si raggiunge la base di un canale erboso che superato permette di guadagnare un colletto, che in breve con ultima risalita giunge al Passo del Limbo (2355 m).
Si segue la cresta con facile arrampicata aggirando le difficoltà maggiori talune volte sul versante della Rovina e altre su quello della Vagliotta, utilizzando cenge e canalini erbosi fin quando, superate alcune quote, si rimonta il pendio finale giungendo sulla Cima Sacilotto (2906 m, PD).
Dalla vetta, per evitare un salto verticale, si torna indietro una ventina di metri e si imbocca una cengia discendente sul versante N che termina ad una piccola piazzola sbarrata dall’aguzzo filo di cresta, da qui con una calata in doppia da 15 metri sul versante della Rovina (cordino blu lasciato in loco) si raggiunge una comoda cengia che con breve risalita permette di guadagnare una forcellina. Si segue ora lo spigolo verticale della cresta (40 m, III/III+) fin quando questo non si accascia e in breve si collega alla via normale (ometti) che in pochi minuti conduce in cima.
Discesa:
a) per la via normale;
b) effettuando l’intera traversata del massiccio discendendo la Cresta O (PD+): è possibile superare le difficoltà maggiori con alcune calate in doppia non attrezzate (ci sono numerosi spuntoni per far passare la corda) fino a quando non si guadagna l’intaglio alla base della cresta, da qui si perviene alla via normale disarrampicando un canalino (II).
In entrambe le soluzioni il percorso più veloce per ritornare al Lago della Rovina, consiste nel raggiungere il Colletto di Lourousa dal quale per pietraie, ripidi pendii erbosi e terreno malagevole (rarissimi ometti e solo in alcuni punti è presente una labile traccia) si discende il Vallone Laitous fin quando non termina collegandosi alla strada asfaltata percorsa all’andata.
- Cartografia:
- IGC 1:25.000 n. 113
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia Alpi Marittime vol. II
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