d- 9900 m
km 155
quota Max 3350 mslm
GIORNO 1 Diga di Place Moulin – Cervinia D+ 1550 D- 1500 km 18,5 quota Max 3085 m
Dalla diga di Place Moulin si raggiunge il Rifugio Prarayer costeggiando il lago lungo la bella stradina sterrata. usciamo dal rifugio e pochi metri in salita ci portano al primo bivio: direzione Col de Valcorniere con la prima fredda breve discesa fino al torrente Buthier, che guadiamo su un ponte di legno. Proseguiamo verso valle per qualche centinaio di metri, in traverso nel bosco, con pochi tratti pedalabili; poi subito il sentiero si impenna e in portage risaliamo la Comba di Valcorniera passando per l’alpeggio di Valcorniera 2170 m.
Continuiamo a risalire la Comba con qualche tratto in poussage e pedale fino ad incontrare un enorme masso scritto che ci indica la via … e che via!!!: il sapiente sentiero con mille tornati ci fa risalire la dx orografica della Comba, vincendo i tratti rocciosi più difficili attraversando qualche tratto attrezzato con corde e gradini in ferro, trasportandoci da 2300 a 3075 m in duro portage fino al Col de Valcorniere.
La vista ora può alzarsi al panorama: Grivola, Tersiva, Gran Paradiso, Rutor….. ma soprattutto al sentiero di discesa!!
Per arrivarvi bisogna risalire ancora di qualche metro la nuova ferrata, aggirare il costone sulla sx del Col per evitare lo sfasciume e poi ridiscendere: qui un tratto attrezzato meno facile ci obbliga ad un passaggio di mano delle bici; 100 m D- e siamo sul sentiero.
Inizia la prima vera discesa del Tour e arriviamo al Rifugio Perucca-Vuillermoz 2909 m, dove ci godiamo la vista del lago di Cignana.
Ripartiamo e la discesa si fa più tecnica sul sentiero per il biv. Manenti 2783 m. slm; le rocce montonate sono più che divertenti in alternativa al vero e proprio tracciato!
Ancora qualche tornante e siamo alla piana e all’alpeggio di Cignana 2300 m; poco più in alto dobbiamo risalire per la Finestra di Cignana 2467 m, splendido affaccio sulla Valtournenche. Dobbiamo scendere lo scenografico sentiero di terra battuta altri 100 m D- per avere il primo assaggio del panorama più ambito: quello del Cervino! … che ci si rivela con tutta la sua eleganza, ammantato da un nastro di nubi, scoperta la cima!
Giù per il sentiero fino al primo bivio: decidiamo di risalire in direzione del rif. Duca degli Abruzzi all’Oriondè per non perdere quota e arrivare su asfalto a Cervinia; passiamo gli alpeggi abbandonati di Eau Noir e Monteau, fino a scoprire il vallone di Vofrede (a 2185 m il bivio): qui un esile e tenace sentiero cade sulla sua linea di massima pendenza, teletrasportandoci a valle lungo i depositi detritici del torrente omonimo, fino al lago a 1950 m.
Con la comodissima ciclabile entriamo a Cervinia 2050 m per il pernottamento.
GIORNO 2 Cervinia – Saint Niklaus D+ 1650 D- 2550 km 43 quota Max 3350 m
Partiamo dal centro di Cervinia, risaliamo i tornanti verso gli impianti di Plan Maison e, prima degli stessi, svoltiamo a sx verso la parte alta del paese (tabelle in loco direzione Colle del Teudulo); giunti al secondo tornante che volge a dx, si abbandona l’asfalto passando sotto le seggiovie per Cretaz, iniziando così la lunga ascesa “tutta” ciclabile sulle sterrate a servizio dei numerosi impianti di risalita, vegliati dall’alto dalla Grande Montagna, dalla lucente Gobba di Rollin e dalla Testa Grigia; arriviamo al Rifugio del Teudulo ed all’omonimo Colle 3295 m. Ora il panorama che ci interessa è quello del ghiacciaio del Teudulo che corre giù nella parte Svizzera. (nota. la parte italiana salire fino al Teudulo è ammesso con le biciclette in funivia solo al mattino e, nel pomeriggio, solo se si ha prenotato per dormire in quota ai rifugi l’ultima tratta della funivia che arriva al rif. Guide del Cervino effettua l’ultima risalita alle ore 16;15; dal versante svizzero, è ammesso transitare per il ghiacciaio in bici a rischio e pericolo del ciclista. Quindi non ci sono divieti, ma voglio comunque ricordare che si è in transito su un vero e proprio ghiacciaio in quota con presenza di crepacci e, quindi, debbono essere prese tutte le precauzioni del caso).
Scendiamo dal rifugio pochi metri e, indossati ramponcini e ghette, risaliamo di pochi metri la rampa che scende dal rif. Guide di Cervinia, finché si immette dolcemente nel ghiacciaio vero e proprio: lasciati in pochi metri di dislivello i residui di neve bagnata, si corre ora su ghiaccio vivo, sempre più azzurro e scavato da mille rivoli d’acqua di fusione: è piacevole fare a gara con i torrentelli e saltarne qualcuno di traverso!!
Arriviamo in fondo a poche centinaia di metri dalla stazione della funivia che sale da Zermatt: Trockener Steg 2939 m. Ripartiamo cercando la via migliore: subito di fianco all’apres ski c’è il segnavia con tabelle che, oltre ad indicare la via per Zermatt, sanciscono il cancelletto di partenza per il bike-paradise. Il sentiero è una summa antologica di tutte le condizioni che un AMer vorrebbe sempre provare sotto le proprie ruote…. seguite sempre le indicazioni per Zermatt e attenti al bivio nascosto dalle reti di protezione della pista che scenda da Furgg (la dovrete solo attraversare e scendere pochi metri, il segnavia con tabelle si trova sul versante del torrente; un ponte più sotto). Se tutto è andato come previsto, vi risveglierete nella caotica Zermatt.
Percorriamo tutto il paese e, per avvantaggiarci della non facile salita del giorno dopo, continuiamo a scendere velocemente su asfalto e con tratti di ciclabile fino a Saint Niklaus 1100 m, punto base per la notte.
GIORNO 3 Saint Niklaus – Gruben D+ 1850 D- 1200 km 16 quota Max 2890 m
Inizia la più estenuante salita del giro: dai 1100 m dobbiamo svalicare i 2890 m dell’ Augstbordpass. Dalla piazzetta dove si trova l’ufficio per il turismo, si sale verso la stazione e lì le indicazioni per Jungu/Augstbordpass: dopo il sottopasso si sale la rampa in pietra e si è fra gli orti e i prati a fieno sopra St. Niklaus; sempre per lo strettissimo sentiero si sceglie la via principale in salita, finché si giunge al bosco: la pedalabilità è vicina allo zero e l’erta salita impone di tanto in tanto un portage….altrimenti tutto in poussage!! Non a caso ogni tanto un’edicola della Passione!!! Il sentiero dovrebbe essere spettacolare in discesa!!!
Siamo al paesino walser di Jungu (ci si può arrivare con la funivia da St. Niklaus caricando le bici) per una meritata sosta, abbarbicato su un meraviglioso affaccio prativo, al cospetto degli innumerevoli 4000 che costellano la Mattertall con i loro accecanti ghiacciai.
Riprendiamo la via crucis, non meno avara di pedalabilità rispetto a più sotto, finché non aggiriamo la Steitalgrat a quota 2450 m, immettendoci nella valle Augstbord: il sentiero ora ripiana su un mare di enormi rocce detritiche, ma ben disposte per la transumanza: poco ciclabili.
Traversiamo la valle, dopo qualche saliscendi, a quota 2500 m circa per risalire sulla cresta della morena laterale: in portage per gli ultimi duri 150-200 m D+ e siamo al passo. La Groubtalli ci si apre in tutta la sua bellezza: regno del flow su prati e tra gli armenti; poi bosco veloce… molto veloce.
Il sentiero finisce proprio allo Schwarzhorn Hotel per il pernottamento di Gruben a 1818 m.
GIORNO 4 Gruben – Grimentz D+ 1250 D- 1550 km 23 quota Max 2874 m
Si risale la Turtmanntall fino a 1859 m, dove deviamo sulla poderale che sale all’alpeggio di Chalte Berge (ponte con tabelle e indicazioni per il col Forcletta): la strada è eccezionale in quanto a pedalabilità e strepitosa in quanto a panorama!
Senza fatica ci arrampichiamo fino a 2488 m, imbocchiamo la deliziosa valle Bluomatt e, con qualche tratto ciclabile e in ultimo in portage, conquistiamo anche il Col Forcletta 2874 m.
Il TdC, diversamente, attraversa il Meidenpass che è più a valle, ma meno ciclabile del Forcletta e meno elevato.
Anche qui la discesa non ci tradisce: un bel trail bucolico ci accompagna per gli alpeggi di Nava fino a Tsahélet; poi riprendiamo il TdC in falso piano fino a Barneuza. Qui puntiamo al paese di Grimentz, evitando l’inutile colle di Sorebois attraverso Zinal (traccia del TdC, ma la discesa, come ci rivelerà il giorno dopo la vista dal lago di Moiry, non sembra essere gran che!). Altra scelta vincente: bosco molto tecnico, inteso seppur breve!
Per asfalto fino a Grimentz 1550 m.
GIORNO 5 Grimentz – Arolla D+ 1950 D- 1600 km 28 quota Max 2916 m
Giornata splendida e tappa remunerativa: poco impegnativa la salita al col de Torrent, molto ciclabile, e bella discesa su verdi pendii di Le Cotter in Val d’Herens…. unico “neo” la risalita sino ad Arolla per una poderale vigliacca (se non ami pedalare)!!!
Saliamo all’ampio parcheggio dopo la funivia, sulla sx, evitando i cartelli stradali per il lago di Moiry, entriamo con la carrareccia nel bosco. A pedali ed in poussage riusciamo a vincere a fatica il lato sx orografico del torrente La Grourgra, poi, attraversando una sola volta l’asfalto, risaliamo in portage ed infine a pedali fin sopra la diga di Moiry 2250 m: spettacolare la vista del coloratissimo lago e del Glacier de Moiry che gli fa da corona!
Proseguiamo a pedali lungo la comoda carrareccia che ci porta a quota 2480 m all’Alpage de Torrent; da qui il col de Torrent è già visibile: lo raggiungiamo con un bel portage negli ultimi 150 m D+ in poco più di un’ora.
La discesa, in verità non molto lunga, è la più scorrevole del giro, su sentiero scavato tra verdi prati: passiamo l’alpeggio di Beplan, Cotter e Villa a 1740 m, da qui per asfalto si scende fino a Les Hauderes a 1450 m.
Al passaggio del ponte a tornante su La Borgne D’Arolla, le indicazioni del sentiero per Arolla ci fanno inerpicare per una vecchia strada d’accesso alla valle, molto bella per chi ama il pedale! Spuntiamo a quota 1850 m e su asfalto arriviamo ad Arolla 1950 m.
GIORNO 6 Arolla – Diga di Place Moulin D+ 1550 D- 1500 km 22 quota Max 3080 m. slm
E’ questa la tappa più elettrizzante di tutto il Tour: ci aspettano ferrate in salita ed in discesa, ghiacciai in quota e scapicollo!
Ci lasciamo Arolla alle spalle presto perché qualche incognita potrebbe farci indugiare e perdere tempo (preoccupazione vana!) e saliamo lungo la carrozzabile che percorre tutta la Val D’Arolla, seguendo le tabelle per Col Collon e Prarayer (indicanti 7h 45′).
In portage da quota 2150 m circa, vinciamo la barriera naturale che divide il ghiacciaio di Arolla superiore da quello inferiore con qualche metro di ferrata, ed entriamo nel bacino glaciale detritico scendendo qualche decina di metri: pedaliamo lungo la fiumana con i nasi verso l’elegante Mont Brulè, cercando il Col Collon. Quando il ghiacciaio “ emerge” dai detriti, saliamo il più possibile lungo la morena laterale dx orografica; poi, una lunga lingua di sfasciume trasportata dal ghiacciaio, ci fa da ponte per arrivare a quota 2800 m. slm circa, laddove la via ripiana. Ciò ci permette di traversare e raggiungere la morena laterale sx orografica. Scavalchiamo la cresta morenica e un ben battuto sentiero (alto palo di alluminio ne segna la presenza) ci fa risalire in portage l’oramai roccioso letto glaciale della parte più alta del ghiacciaio ed agli ultimi suoi residui. Siamo al Col Collon 3082 m e rientriamo in Italia. Anche in questa occasione dobbiamo dare giusta importanza all’ambiente alpino attraversato, dotandoci delle opportune attrezzature per affrontarlo in tutta sicurezza! Nel nostro caso, viste le condizioni d’innevamento, non abbiamo indossato neanche i ramponi….
In discesa traversiamo il delicato sentiero sopra il lago del Col Collon e ci affacciamo sulla spettacolare Comba D’Oren, ornata, poco più in basso, da uno spettacolare sentiero battuto tra sfasciume infinito: tratti di scapicollo assoluto su ghiaino sono da pura libidine!
Evitiamo l’antiestetico rifugio Nacamuli e giù fino a quota 2700/2600 m: qui le cose si fanno serie e, in portage dobbiamo affrontare, scendendo, tratti di ferrata e sentiero esposto dove, benché protetti dagli appigli e appoggi artificiali, non dobbiamo sbagliare! Perdiamo 150 m d- in questo modo, per poi riprendere più sotto, dove la Comba si allarga incontrando la Vallée de Bionaz.
Un bel flow, intervallato da qualche impegnativo rock garden, ci fa rilassare e meditare su tutto quello che ci è passato sotto le ruote in questo Tour….
Passato l’alpeggio di Grand Oren 2165 m e l’impegnativo ultimo tratto boschivo, per il lungo lago di Place Moulin chiudiamo il Tour alla diga.