Si lascia l’auto nel grande spiazzo antecedente al bar ristorante, poco sopra l’entrata della gola di Samarià, e si segue per pochi passi la strada che conduce all’entrata della gola. Poco prima dell’entrata, si imbocca a destra il sentiero E4 (palina). Il tratto di percorso che da Omalos sale al colle del Gingilos infatti è parte del sentiero paneuropeo E4, marcato con segnavia giallo-neri.
Si sale in modo sostenuto zigzagando fra bassi cespugli e pini e cipressi sino ad arrivare ad una zona con caratteristiche formazioni rocciose, tra cui un grande arco calcareo. Il sentiero perde qualche decina di metri di dislivello e poi riprende a salire raggiungendo la sorgente di Linoseli, dove è possibile approvvigionarsi di acqua (q. 1500). Da questo punto si risalgono su buon sentiero i ghiaioni che scendono dal colle del Gingilos. La sella (q. 1700 circa) è l’entrata superiore delle gole di Tripitì e di Klados, entrambe selvagge e prive di sentieri. Qui si abbandona il sentiero E4 e si rimonta faticosamente alla propria sinistra il ripido versante Ovest del Gingilos, seguendo gli ometti e i segnavia gialli del percorso.
Arrivati all’ampia cima Sud (grande ometto), si apre la visuale sul complesso montuoso dei Lefkà Ori, verso Est, in particolare sul prospiciente monte Volakias, e sulla costa Sud e il mare Libico. Si scavalca la sommità e seguendo gli ometti si scende verso SSE alla base della depressione che separa il Gingilos dal Volakias. Di nuovo ometti ed un’esile traccia rimontano l’accidentato versante occidentale della montagna, aggirando a sinistra le asperità rocciose e portandosi infine sulla larga cresta. Pochi passi più a destra e si giunge alla vetta settentrionale del Volakias (colonna in cemento).
Ci si abbassa sulla cresta verso la cima meridionale, aggirando un salto roccioso sulla destra per un sistema di cengette che deposita all’interno di un largo canale a imbuto. Si perde leggermente quota attraversandolo e puntando ad un passaggio sulla cresta del versante opposto. Si scende ora obliquando lungo il versante Sud-Ovest della montagna, incrociando due caratteristiche crestine rocciose, fino a quota 1700 dove si incontra la traccia proveniente dal mitato Tzatzimou.
Inizia a questo punto un lungo traverso che transita un centinaio di metri sopra il colle a nord del Kokinavari, aggira completamente le pendici del Volakias superando diverse rientranze e canali, e si porta perdendo lentamente quota alla base della sua cresta Sud-Est. Un’esile traccia e sporadici ometti facilitano l’attraversamento delle innumerevoli pietraie e ripide placconate che gettano sulla Gola di Klados. Verso quota 1600 si contorna la cresta e ci si cala con passaggio obbligato in un ripido canale che garantisce l’accesso ad una selletta (quota 1530). Si prosegue sempre in direzione Sud-Est aggirando a sinistra un rilievo ed entrando in zone progressivamente più alberate.
In completa assenza di tracce, ora il percorso volge verso Sud, raggiunge un’altra sella a nord del Kefala (q. 1450), oltrepassato il quale discende per la ripida e boscosa dorsale di Mavri Thalassa. Un’ultima difficoltà, intorno a quota 1180, deve essere aggirata a destra e finalmente il bosco si apre lasciando vedere i pascoli di Papoures. Si attraversano i resti di un incendio e si segue l’ampio crinale coperto di cespugli di phrygana. Aggirato a destra il cocuzzolo di Papoures si volta in direzione Est e, al limitare del bosco (q. 800), si reperisce la traccia che scende ad Aghia Roumeli. La traccia diventa sempre più consistente fino ad immettersi nell’antica mulattiera veneziana, oggi in rovina, che collegava i due forti veneziani sopra l’abitato.
- Cartografia:
- Crete 11.13 Samaria - Sougia - Topo 25 Anavasi - 1:25000