Roccia in genere piuttosto friabile, ma buona nei passaggi chiave.
Le difficoltà della via sono tutte nel primo tiro, che è molto lungo: la corda di 60 metri è giusto sufficiente.
Protezioni in loco più che sufficienti. Altro materiale non necessario.
Portare 14 rinvii.
Dall’attacco si sale una bella placca (V-; anello resinato nel mezzo e chiodo in uscita), oppure si sale una rampetta più facile a sx (III; chiodo in uscita).
Si prosegue su roccia un po’ rotta (attenzione!) seguendo il filo dello spigolo o tenendosi un po’ a sx. (III; IV-; chiodi).
La sosta è sotto un’evidente “naso” sporgente, ma prima di arrivarci c’è il passaggio chiave: una placca a sx del filo dello spigolo che costringe a uscire in parete (V; 2 chiodi in attacco e un’altro alla fine del passaggio).
L’abbondanza di chiodi deriva dal fatto che il primo apritore (il grande Lamberto Brucchietti) passò in artificiale.
La sosta è su fix e chiodo, su un bellissimo terrazzino comodo appena per 2 persone, aereo e panoramicissimo.
Il secondo tiro aggira lo spigolo sulla dx, per roccette e salti (roccia non buona) con difficoltà contenute (II; 1 passaggio III; 2 chiodi) fino a uscire sull’ampia cresta erbosa. Sosta su un grande masso (portare cordino o fettuccia almeno 3 m.).
Dalla cresta per facili roccette in cima.
- Cartografia:
- 1:25000 ed. Il Lupo Terminillo e Monti Reatini