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Premetto che, viste le caratteristiche del percorso, questo itinerario è riservato ai bikers allenati, con la massima padronanza nella conduzione della MTB e con ottime capacità tecniche. La salita si sviluppa interamente su pendenze molto ripide e faticose, mentre la discesa corre su sentieri in zona selvaggia, non frequentata, con tratti molto tecnici. Dalla Baita Campo fino alla strada asfaltata, l’itinerario viaggia completamente nel fitto bosco senza possibilità di orientamento, pertanto è vivamente consigliato l’utilizzo della traccia GPS, anche se i punti dove si può sbagliare, non sono molti. Luogo di partenza di questo impegnativo percorso è Olmo al Brembo (mt. 556); dal parcheggio vicino al distributore “IP”, situato all’inizio del paese, andiamo a sinistra e ci dirigiamo in direzione Piazza Brembana. Alle prime case del paese curviamo a sinistra, abbandonando la strada provinciale, e percorriamo il centro seguendo la direzione obbligatoria, fino alla stazione dei pullman. Continuiamo diritti, imboccando la galleria, da dove ha inizio la ciclovia che confina con Lenna; (fontana vicino alla vecchia stazione) se guardiamo sulla dorsale in alto davanti a noi, vediamo alcune antenne, nostro punto di transito più alto. Proseguiamo, scavalcando su un ponticello il fiume Brembo, e continuiamo passando per l’ Agriturismo Ferdy (fontana); attraversiamo un ponte metallico verde e seguiamo, per poco, la pista ciclabile. In concomitanza di un’autorimessa di camion edili, attraversiamo la statale e imbocchiamo la stradina asfaltata per Cespedosio e Era. La prima parte della “scalata” verso Baita Campo, si snoda nel bosco: con una serie di tornanti veramente impegnativi, con pendenze anche dal 13 al 16 %, (pendenza media 9%) dove vengono utilizzati tutti i rapporti del cambio e la parole, con gli amici di avventura, sono ridotte al minimo. Dove la strada spiana per un poco, siamo alle cave di marmo, (km. 12,4 – ore 1,00 – mt. 424 di dislivello) con bella vista panoramica sulla media Val Brembana e su San Giovani Bianco, posizionato sul fondovalle. Continuando, la pedalata diventa meno faticosa; più avanti passiamo vicino ad una fontana (serbatoio di Cespedosio) e, arrivati ad un bivio, seguiamo le indicazioni Brembella e Era. Non molto oltre la piccola frazione di Era, abbandoniamo la strada asfaltata e saliamo lungo una rampa in cemento che si inerpica, a destra, (sbarra metallica) sotto due piccole baite. Superato il ripidissimo strappo cementato, con una pendenza del 17%, l’itinerario si sviluppa su strada sterrata e alterna tratti in falsopiano con altri più impegnativi, zizzagando fra bosco e pascolo, alla base del selvaggio versante del Monte Venturosa. Nei pezzi più faticosi troviamo tratti in cemento e in alto, sulla dorsale, scorgiamo i ripetitori che si trovano nelle vicinanze della Baita Campo. Ad un bivio curviamo a destra, seguendo le indicazioni di una freccia in legno che indica CAP. Insistendo nella pedalata finalmente siamo su un largo dosso erboso, dove è situata la semi diroccata Baita Campo a mt. 1442 (km. 18,4 – ore 1,55 – mt. 971 di dislivello). Il posto è veramente bello, solitario, oltre ad offrire una panoramica sulle Orobie. Dopo una meritata sosta, passiamo a fianco di quattro vasche per l’acqua e, in piano, seguiamo il tracciato nel pascolo, in direzione del bosco. Sfioriamo un capanno da caccia e imbocchiamo il sentiero che entra nel bel faggeto, seguendo fedelmente il segnavia Cai n° 128. Passiamo vicino ad una piccola pozza d’acqua (presa d’acqua) e corriamo, senza grosse difficoltà, (in poche occasioni qualche passo a piedi) tagliando il versante della montagna e i canaloni che precipitano dal Monte Venturosa (uno di essi, al momento, è ingombro di alberi trascinati dalle slavine). Sbucando in un prato vediamo a destra un capanno, ma puntiamo in piano verso Baita Maffenoli, davanti a noi. Passiamo davanti alla baita, ignorando il sentiero nr. 128 che scende verso Piazza Brembana, e continuiamo diritti con la bici a spinta, in una traccia poco evidente, ingombra di vegetazione, dirigendoci verso il bosco. Ora il sentiero, segnalato con il n° 127, alterna in continuazione tratti in discesa con altri in falsopiano, relativamente facili o molto tecnici, dove la concentrazione deve essere al massimo. Bisogna prestare moltissima attenzione, ad un incrocio nelle vicinanze di una piccola fontana, ad imboccare il sentiero in piano diritto, ignorando quello che, in discesa, (n° 127) porta ad Olmo al Brembo. Spingiamo la bici per 3-4 minuti, poi risaliti in sella, sbuchiamo in un praticello con un capanno da caccia; seguiamo il tracciato nel bosco che, velocemente, conduce al Roccolo Regazzoni, (km. 22,8 – ore 3,00) da dove andiamo diritto, ritornando nuovamente nella vegetazione. Seguendo i bolli arancioni proseguiamo, sempre in discesa su terreno impegnativo, fino ad arrivare ad una macchia erbosa dove troviamo un altro capanno da caccia e, poco, sotto il Roccolo Donati. Alternando pezzi scorrevoli ad altri tecnici, arriviamo ad una serie di veloci tornantini che portano in un prato; da qui puntiamo direttamente alle sottostanti Baite Pugna dove, alla loro destra, scendiamo lungo una traccia, poco evidente. Davanti a noi vediamo Santa Brigida, a sinistra Cassiglio dominato dal Monte Baciamorti e sul fondo la Val Stabina. Pedaliamo diritti in discesa, cercando di individuare un seminascosto sentiero che, poco sotto, gira a sinistra verso il bosco. Una cinquantina di metri prima di una baita, dobbiamo abbandonare il tracciato in piano e curvare decisamente a destra, in discesa. Superata una serie di tornantini ci troviamo sopra il Torrente Stabina; al bivio giriamo a destra verso Ponte Pugna dove ritroviamo la strada asfaltata e, seguendola a destra, in poco più di un chilometro, porta a Olmo al Brembo, andando a chiudere questo “selvaggio” percorso. Buona pedalata e buon divertimento.
- Cartografia:
- KOMPASS N° 105 - Lecco / Valle Brembana