Percorso non difficile che richiede però grande allenamento e dimestichezza con l’arrampicata e la manovre di sicurezza, per il tratto finale, dove i passaggi non sono mai difficili, ma l’esposizione è notevole e costante.
L’itinerario descritto presenta un buon tratto in comune con la via normale italiana (dal Gh. d’Arnas in poi).
Attrezzatura: casco, corda 50 m, ramponi, materiale per assicurazioni
Da Bessans si seguono le indicazioni per Averole e si posteggia l’auto a Vincendieres (divieto di transito). Si prosegue allora sulla strada asfaltata, che diviene sterrata oltre il villaggio di Averole, fino al suo termine (4,5 km). Da qui (indicazioni) in pochi minuti si raggiunge il rifugio Averole.
Dal rifugio si seguono le indicazioni per il Glacier d’Arnas e il Col d’Arnas. Risalito il vallone omomino su buon traccia segnata a che a tratti si inerpica su scomode balze rocciose, a quota 2800 si incontra il fronte del ghiacciaio d’Arnas, di ghiaccio vivo alla fine dell’estate. Si calzano i ramponi e superato il ripido muro del fronte, a quota 2850, in vista del Col d’Arnas, di piega a sx (nord) per rimontare uno scomodo pendio di sfasciumi e detriti mobili che conduce dopo circa 150 m di dislivello sulle immense conche di pietraie sotto le Rocce Pareis.
Si prosegue in falsopiano seguendo gli ometti fin sotto la parete sud della Bessanese. Si rimontano ora i pendii di sfasciumi mobili (traccia) o i più comodi nevai fino alla parete rocciosa (quota 3300 circa).
Si imbocca ora una delle numerose tracce a dx dell’evidente canalone nevoso sfociante nelle pietraie sottostanti ben visibile a dx della verticale della cima.
Si sale così per crestine rocciose o canalini detritici in direzione della cresta SE, dove si incontrano dei segni di vernice bianca che indicano la via. Ci si sposta ora delicatamente verso dx (nord) con una crestina che borda a monte un ripido canale scendente verso il sottostante Gh. della Bessanese, 700 m più in basso in Italia.
Si giunge così a un comodo ripiano della parete SE, sopra il quale di erge una paretina (20 m, II) con chiodo di assicurazione a metà sviluppo e sosta con due chiodi al termine, eventualmente utilizzabile per una doppia in discesa. Sopra il salto una cengia porta a sinistra quindi si riprende a salire ripidamente lungo la cresta SO e fra salti di roccia, tracce di sentiero e tratti di sfasciume si raggiunge in breve la cima tradizionale con la statua della madonna (segnale Tonini).
Per raggiungere la cima più elevata (segnale Baretti) bisogna seguire la cresta affilata fra le due vette, scendere all’intaglio che le separa e quindi seguire una cengia esposta sul lato occidentale (passi di II, detrito, rocce mobili) fino a risalire la parete occidentale e raggiungere la cresta a nord del segnale, che si raggiunge seguendo il filo affilato.
Discesa: per la via di salita oppure, giunti alla conca nevosa a quota 3100 m dove si inizia il lungo traverso verso SE in direzione Gh. d’Arnas, si volge a dx (ovest).
Si attraversano ancora immense pietraie e proseguendo sempre verso valle e verso occidente, per ripidi magri pascoli, seguendo i passaggi del bestiame, si giunge in vista del rifugio. Si prosegue allora verso NO fino a vedere la possibilità di scendervi direttamente attraverso i ripidi pascoli.
Attenzione a non scendere troppo precocemente poiché il vallone d’Averole non è direttamente raggiungibile essendo separato dai pascoli sovrastanti da ripide balze rocciose.