Un bivacco attorno al fuoco, cucinandosi qualcosa alla buona e lavandosi alla fontana. Esperienze che ci riportano alle nostre origini, alla nostra natura.
Il sentiero collega l’Ossola alla Vigezzo, in mezzo c'è la Val Grande. Quando quel sentiero sarà passato sotto i vostri scarponi, quando i binari della Vigezzina vi riporteranno verso la vostra automobile, la natura selvaggia avrà forse lasciato un segno anche dentro di voi.
Note: l’itinerario è proposto in questo senso in modo da poter utilizzare la ferrovia per il ritorno a Premosello.
In alcuni punti bisogna prestare attenzione per individuare il sentiero.
NB: l'itinerario proposto, oltre che essere fantastico, può essere apprezzato anche da escursionisti meno allenati tenendo conto che:
- Si può fare la traversata in senso opposto, partendo da Malesco (Fondo li Gabbi) a arrivando a Premosello (Colloro). In questo modo si risparmiano circa 500 metri di salita.
- Si può spezzare il percorso in 3 o anche 4 giorni, appoggiandosi, oltre che al bivacco di In La Piana già segnalato, anche ai bivacchi di Scaredi, Val Gabbio e Colma di Premosello. Tutti tenuti benissimo e perfettamente attrezzati.
Primo giorno: Premosello – In la Piana
Dislivello in salita: 1230 m
Dislivello in discesa: 900 m
Tempo: 6.30 ore
Difficoltà: EE
Dalla superstrada per il Sempione (proseguimento dell’autostrada A26) si esce seguendo le indicazioni per Premosello e lungo la S.S. 33 si raggiunge il paese. Qui conviene lasciare un’automobile alla stazione ferroviaria e proseguire con un’altra per Colloro, fino ad un cartello di divieto poco dopo la frazione.
Dal divieto a 610 m si continua lungo la strada incontrando prima Lut e poi l’alpe La Piana (999 m). Si sale all’Alpe Motta, si guadano due torrenti e poi si comincia la ripida salita che conduce infine alla Colma di Premosello, a 1728m.
Con ripido sentiero ci si addentra in Val Grande, raggiungendo l’Alpe Serena (1320 m), l’ultima ad essere abbandonata in valle. Si scende a guadare il torrente e poi, in leggera salita, si arriva alla Colletta (1270 m) dove si possono vedere i resti di una delle imponenti teleferiche usate per il trasporto del legname.
Una ripida discesa nel bosco conduce all’Alpe Val Gabbio, a 985 m. Qui conviene deviare a destra prima di raggiungere le baite (se invece si intende utilizzare il bivacco, situato sulla sponda opposta, bisogna scendere a guadare il torrente), superare alcuni passaggi esposti ed infine attraversare il torrente su di una passerella.
Seguendo il sentiero a destra si superano le ripide pendici del Mottac ed infine, attraverso una splendida faggeta in lieve discesa, si arriva al prato di In la Piana (936 m), il cuore della Val Grande.
Secondo giorno: In la Piana – Malesco
Dislivello in salita: 900 m
Dislivello in discesa: 580 m
Tempo: 5.30 ore
Difficoltà: EE
Da In La Piana si scende alla passerella sul rio Val Rossa. Si risale con lunghi tornanti nel bosco raggiungendo l’Alpe Portajola, a 1288 m. Ci si abbassa a guadare il torrente, si risale all’Alpe Boschelli (1420 m), si attraversa su passerella un rio dalle splendide pozze e si sale ancora fino all’Alpe La Balma (1544 m). Attraverso i pascoli soprastanti si giunge infine all’Alpe Scaredi, a 1841 m (Bivacco). Volendo da qui si può raggiungere la cima della Laurasca (2195 m), splendido punto panoramico.
Dopo un ultimo sguardo alla Val Grande si imbocca il bel sentiero che scende al pianoro di Cortenuovo (1792 m). Continuando lungo la mulattiera con regolare discesa si incontrano infine i ruderi delle fornaci usate un tempo per produrre la calce. Poco dopo si raggiunge il pianoro della Val Loana e attraversandolo si arriva alle baite a 1256 m (una di queste è un accogliente agriturismo) dove arriva la carrozzabile da Malesco.
Se si vuole scendere in paese per rientrare con la ferrovia si può utilizzare il bel sentiero che percorre la sinistra orografica della valle (dislivello 500m).
- Cartografia:
- Parco nazionale Val Grande, Zanetti, 1:30.000
- Bibliografia:
- Valgrande ultimo paradiso, T. Valsesia