È sì una modesta fascia rocciosa a volte ingombra di vegetazione, ma sonostati trovati con astuzia e intuito numerosi itinerari che la salgono con stile classico e moderno al tempo.
Hanno la classica sinuosità delle vie dal basso e le moderne protezioni inox sui passaggi più difficili. L’attrezzatura è quanto meno curiosa, spit lucenti, cordini usurati, strani chiodi probabilmente più volte riciclati. Ma non basta ancora per descrivere questa “concept area”. Si deve vedere con che cura sono stati tracciati i sentieri che portano,in breve, alla parete. Quale doveroso rispetto è stato portato ai proprietari dei boschi e delle coltivazioni. Alla base delle vie, in molti casi, c’è il nome e la foto serigrafati su placca di legno. In vetta alla via salita abbiamo trovato un’”edicola” (che nelle intenzioni dell’autore siamo sicuri volesse rappresentare l’etimologico senso di “piccolo tempio - aedes”) in legno e tettino in metallo con un “tupperware” che ospita un librettino di via con annessa prefazione di Grill. Teutonico amore per la classicità greco romana che risalta dai nomi delle vie. Una bella alternativa alle aperture seriali e commerciali.
http://www.arrampicata-arco.com/parete-san-paolo-sud.html
L1. Bel muro protetto, nella prima parte, da clessidre passate con cordoni (un po’ usurati) e successivamente a spit, comoda sosta, VI/VI+;
L2. Dalla sosta si continua su di un piccolo pilastro a sinistra che si apre su di un muro con passo tecnico ma ben protetto, V/VII;
L3. Bella fessura, protetta un po’ lunga ma non necessita integrare, gli spit sono su logici riposi, un passo più delicato nel successivo diedro ma con chiodi che consentono l’A0, V+/VII/A0;
L4. Questo è il più difficile della via, muro verticale con tacche nette e delicato traverso d’uscita, protezioni sicure sul difficile, lunghe nei raccordi più facili. Un chiodo con clamoroso braccio di leva, per strozzarlo serve un cordino molto fine,VII+;
L5. Traverso a destra, finalmente un po’ d’esposizione, e facile diedro, IV/V+;
L6. Tiro molto breve con un singolo passo fattibile in A0 e poi uscita su cengia boscosa con ottima sosta comodamente soppalcata con piccoli tronchi;
L7. Curioso passaggio dietro un enorme blocco poi placca e muto tecnico, VI;
L8. Altri due tiri molto corti, non conviene combinarli dato che neppure allungando molto le protezioni si evita un fortissimo attrito. Noi li abbiamo collegati e poi siamo dovuti riscendere a liberare la corda da alcuni spit. Si segue da prima un bel diedro classico, protetto a spit e chiodi che si impenna su una bella serie di lastroni sporgenti, V+;
L9. Si segue un enorme spuntone, che parte da una zona friabile, sul quale poi si monta in piedi per raggiungere un muretto d’uscita che conduce verso destra e sulla sommità della parete, V+/VI.
Per quello che mi riguarda la relazione della via non corrisponde nella seconda parte. La L5 parte con un traverso a sinistra e non a destra e prosegue effettivamente con un facile diedro rampa al termine del quale si supera effettivamente un divertente strapiombino concrezionato, saltando la sosta, e poi traversando facilmente a destra in sosta. Tiro complessivamente di 35 metri. Prolungando le corde scorrono.
Il tiro dopo, forse il piu bello, non ho trovato nessun passaggio dietro un blocco ma sono salito per strapiombino protetto da clessidra più o meno 3 m a dx della sosta e ho raggiunto per la placca appoggiata soprastante il raddrizzamento giallo. Bel passo tecnico in obliquo a destra e poi di nuovo diritti e leggermente a sinistra per roccia lavoratissima fino alla sosta (tiro abbastanza lungo, sui 45, prolungare bene un chiodo fessura nel punto più a destra, dove una freccetta con una “A” rammenta di non scappare ancora più a destra nei rumeghi della via adiacente.
Infine io non ho avuto nessun problema ad unire gli ultimi due tiri… dopo i primi due chiodi non ho moschettato la sosta a destra ma sono arrivato fino allo spuntone sporgente su cui si monta in piedi, cordonandolo, e prima di fare l’ultimo muretto ho fatto saltare bene fuori la corda. Arrivo in cima alla parete con attrito zero.
Comunque davvero divertente. In tutto abbiamo fatto 7 tiri.
Discesa:
Più che facile. Già dalla sosta si vede il sentiero di discesa.
- Cartografia:
- Diego Filippi, Pareti del Sarca, Versante Sud, Milano 2007
- Bibliografia:
- Diego Filippi, Pareti del Sarca, Versante Sud, Milano 2007