Accesso e descrizione
II Salto della Pendolina non è una vera e propria forra. Qui non si tratta di fare torrentismo, ma della discesa del salto di una cascata, di un’unica calata in corda.
Le indicazioni per arrivare al luogo in cui lasciare l’auto, e quindi al salto, sono semplici. Percorrendo la statale 445 che da Lucca si dirige verso Castelnuovo di Garfagnana, si dovrà svoltare al bivio a sinistra per il paese di Fabbriche di Vallico, che si trova nella valle del fiume Turrite Cava, affluente del Serchio.
Dopo avere imboccato questa strada, passerà sotto alcune strette gallerie, accanto ad un lago artificiale, in cima al quale c’è un ristorante, (del quale abbiamo in mente di esplorare la cucina). Dopo due km s’incontreranno, a sinistra, una cartiera, una segheria e, quasi accanto, una casa. La parete ed il punto da cui sgorga il ruscello del Salto della Pendolina, si trovano alle sue spalle. Alla fine del rettilineo, c’è un ponte, e uno spiazzo a destra dove lasciare l’auto.
Un paletto di legno, che si trova sul bordo del ponte sulla strada, riporta l’indicazione per il “salto”: non è errata, ma conduce alla sua base. Infatti il sentiero che porta sulla sua sommità inizia vicino ad una fonte, che c’è di fronte all’auto. Parte in salita, ma dopo pochi minuti scenderà leggermente, costeggiando il bordo di un’ampia forra attiva a sinistra. Si dovrà oltrepassare l’esiguo ruscello su di un ponticello di legno di dubbia stabilità. Il sentiero riprenderà a salire con la stessa pendenza e dopo pochi minuti lambirà una grossa casa, la prima di altre. Una targa di legno, adagiata per terra a sinistra, riporta la scritta “Medicciana”.
Dopo altri 300 metri, si passerà tra le prime case che, presumibilmente, impongono il nome alla località sopra menzionata. Proseguendo, il percorso comincerà ad essere meno evidente, sempre in salita, e giungerà a costeggiare nuovamente un’altra casa di grosse dimensioni. Alle sue spalle c’è la forra in cui scendere, prendendo come indicazione l’arrivo di un grosso tubo d’acqua che termina ad un rubinetto.
Nel tratto che segue, la pendenza è più marcata, ed il sentiero, poco evidente, scende per circa 50 metri. Per giungere sul bordo del salto, sarà necessario risalire leggermente sul lato opposto di questa forra, (non armata), mantenendosi poi in quota. Si dovrà camminare quasi parallelamente ad essa, lungo il ripido bordo del canale a mezza altezza, senza un sentiero da seguire.Giunti sul bordo di una paretina, siete a pochi passi dalla fine del canale verso cui, a questo punto, dovrete scendere.
Da questo punto sarà utile prestare piu attenzione: ad un albero si dovrà armare una corda doppia, scendendo fin dentro la forra. Il luogo in cui arrivate, è sufficientemente pianeggiante, largo e lontano dal salto, ma molto pericoloso. Da qui in avanti, infatti, si dovrà evitare di avvicinarsi al toboga terminale senza le attrezzature di sicurezza personali, assicurandosi ad una corda preventivamente armata. Questo toboga termina in un salto di circa 60 metri, che è la misura piu realistica del salto, leggermente inferiore a quella segnalata in un cartello di avviso di pericolo fissato sotto un tetto di roccia.
La discesa della verticale, dopo pochi metri dalla partenza, avviene sotto la cascatella, che non vi abbandonerà fino all’arrivo, rendendo, per certi aspetti, più piacevole l’esperienza. Abbiamo verifìcato che il regime idrico non avesse variazioni rilevanti, riferimento riscontrato, in ogni modo, nei mesi estivi, e, in particolare, nell’anno in cui la siccità ha fatto registrare un livello storico. La temperatura dell’acqua non è fredda, mentre la circolazione del vento nella valle influenza l’angolo di caduta della cascata. Ad ogni modo, il tempo di permanenza sotto l’acqua, sarà sufficientemente breve, e perciò non occorrono indumenti termici, tipo mute da sub.
Questa gradevole escursione, diversamente da altre, presenta la prerogativa interessante di percorso ad anello. Alla fine della discesa, infatti, si tornerà alle auto percorrendo il sentiero che costeggia il ruscello alimentato dalla cascata che vi ha poco prima bagnato. Non appena il sentiero, che parte dal laghetto, sarà giunto alla confluenza del fiume Turrite, svolterà a sinistra in leggera salita, dentro il bosco, terminando il suo percorso al paletto di legno all’angolo del ponte, e la vostra escursione sarà conclusa. Il viso e i commenti di compiacimento lo dimostreranno.
Per discendere il toboga terminale , e arrivare all’ultimo armo , si possono utilizzare tecniche diverse, ed una di queste è quella speleologica. Gli armi sono sul lato sinistro, con fix e placchette inox, collegati con catena. La lunghezza della corda, necessaria per la discesa in doppia, deve essere di 140 metri, meglio se in due spezzoni da 70. Le indicazioni suggerite, in ogni modo, sono di valore arbitrario: un gruppo, infatti, opererà con li metodo ritenuto opportuno, ed il tempo dell’escursione , senz’altro orientativo , è di circa 5 ore.
Non vi resta che godervi la discesa con la doccia piu alta della vostra vita. Noi consigliamo l’escursione, tuttavia, solo a persone di provate capacita tecniche, e aggiungiamo soltanto: buon divertimento.
Giuseppe Mancini (GSPI)
Talp n° 27 (Rivista della Federazione Speleologica Toscana)